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I rischi di un’economia basata sul cemento 

L’idea che costruire sia una forma di sviluppo e che lasciar crescere il verde spontaneo sia indice di degrado è molto diffusa: è il riflesso culturale di un’economia basata sull’attività edilizia. Le mappe delle città rappresentano proprio questo: tutto ciò che è costruito sarebbe un “pieno” e tutto il resto un “vuoto”. Da un punto […]

Negli ex mercati generali del quartiere Ostiense, a Roma, è nato un ecosistema fluviale. Ai piedi degli edifici e tra i serbatoi dell’acqua sono cresciuti migliaia di salici, pioppi bianchi e cannucce palustri. I nove ettari di suolo pubblico nel cuore della città sono diventati un’area di grande biodiversità. 

I padiglioni del mercato, dove si vendevano all’ingrosso frutta, verdura, pesce, carne e uova, erano stati inaugurati nel 1922 e hanno chiuso nel 2002. Da allora si cerca una soluzione per restituire l’area ai cittadini. I primi scavi, cominciati vent’anni fa e poi interrotti, hanno portato alla luce migliaia di anfore usate per bonificare e coltivare il terreno. La zona è una piana alluvionale, in passato attraversata dal fiume Almone, che sfociava nel Tevere poco più a sud, prima di essere interrato alla fine dell’ottocento. “Roma era piena di canali e corsi d’acqua”, spiega l’ecologo Giuliano Fanelli. 

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