Ex voto/Il nodo che rimane da sciogliere ora è come la sinistra sarà in grado di stringere le alleanze sociali per attuare il proprio progetto alternativo
La vittoria di Syriza – che domenica scorsa ha ottenuto un vataggio di 4 punti percentuali sul partito di governo Nuova Democrazia – nasconde cambiamenti più complessi nella politica greca. Il voto è stato espresso dal 60 per cento degli aventi diritto – 8 punti in più rispetto al 2009 – ma il dibattito pre-elettorale è stato monopolizzato da questioni interne: il voto è stato un referendum sul governo e sull’austerità.
Il primo dato è lo spostamento dell’elettorato verso le estremità dello spettro politico. Solo cinque anni fa, nel 2009, 16 dei 22 rappresentanti greci al Parlamento Europeo erano stati eletti nelle fila dei principali partiti di centrodestra e centrosinistra. Nel 2014 la sinistra radicale ha ottenuto il 34 per cento dei voti – Syriza il 26,6 per cento, e i comunisti del Kke il resto – mentre l’estrema destra ha ottenuto quasi il 15 per cento dei consensi – di cui il 9,5 per cento ad Alba Dorata, che non ha risentito degli scandali che lo hanno coinvolto e dell’arresto del suo leader per aver costituito un’associazione criminale.
Il secondo dato riguarda le basi sociali. Syriza è stata votata nelle città: ha vinto le elezioni regionali in tutte le regioni al cui interno si trovano centri urbani con più di 100.000 abitanti. Inoltre, Syriza gode di un vasto consenso negli elettori compresi tra i 18 e 45 anni, tra i lavoratori, i disoccupati e i piccoli imprenditori. Al contrario, il partito di centro-destra Nuova Democrazia domina tra gli elettori sopra i 55 anni, in alcune aree rurali e tra i pensionati, i produttori agricoli e le casalinghe. Fin qui nulla di sorprendente. Ma negli stessi settori della popolazione dove Syriza ha riscosso il maggior successo, anche Alba Dorata ha registrato le percentuali di voto più alte. Alba Dorata è apprezzata maggiormente tra la popolazione compresa tra i 18 e 30 anni, tra i disoccupati e gli operai. A differenza della sinistra, però, Alba Dorata mantiene un forte e preoccupante legame con le forze dell’ordine e gli alti apparati dello stato. Ancora una volta più del 50 per cento del personale di polizia ha votato per Alba Dorata, mentre due eletti su tre del partito xenofobo sono ex membri delle gerarchie militari.
Sia la sinistra radicale sia l’estrema destra attingono allo stesso bacino elettorale, e cioè i settori sociali maggiormente colpiti dalla crisi. Per bloccare l’ascesa del fascismo, è necessario fornire soluzioni efficaci alle rivendicazioni di questi gruppi sociali. Il principale nodo che rimane da sciogliere è se (e come) la sinistra sarà in grado di stringere le indispensabili alleanze sociali per scalzare l’attuale governo e attuare il proprio progetto alternativo, prima che sia troppo tardi. Nel caso questo tentativo non avesse successo, qualsiasi altro scenario ipotizzabile non potrebbe essere altro che un incubo. Questo è il messaggio di paura e di speranza che il risultato delle elezioni europarlamentari in Grecia ci ha lasciato.
Traduzione di Pietro Castelli e Alfredo Mazzamauro