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Fermiamo i venti di guerra: Stop F-35!

Cancellare il programma di acquisto degli F-35, come Sbilanciamoci! chiede da tempo insieme agli altri promotori della campagna Taglia le ali alle armi, o almeno dimezzare il budget di finanziamento a questo destinato con un risparmio di circa 6 miliardi di euro. Sono queste le opzioni contenute nei dispositivi di due delle mozioni che verranno […]

presidio_f35Cancellare il programma di acquisto degli F-35, come Sbilanciamoci! chiede da tempo insieme agli altri promotori della campagna Taglia le ali alle armi, o almeno dimezzare il budget di finanziamento a questo destinato con un risparmio di circa 6 miliardi di euro.

Sono queste le opzioni contenute nei dispositivi di due delle mozioni che verranno votate alla Camera nei prossimi giorni. La cancellazione del programma è richiesta da una mozione presentata da Sel primo firmatario on. Giulio Marcon. Il dimezzamento del budget spesa è invece proposto nella mozione firmata da 19 Deputati del Partito democratico, primo firmatario on. Gian Piero Scanu.
Entrambi le mozioni testimoniano che le pressioni esercitate in questi anni da parte della società civile stanno gradualmente facendosi strada anche in Parlamento.
Sbilanciamoci! invita i Deputati ad un atto di responsabilità e ad accogliere quanto chiedono da tempo insieme ai pacifisti, grandissima parte dell’opinione pubblica e numerose personalità del mondo della cultura: tagliare l’intera spesa inutile e dannosa per gli F35.
La ragioni a sostegno della cancellazione del programma sono molte e ormai note a chiunque non intenda camuffare la violazione del principio di ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, sancito dall’art.11 della nostra Costituzione, spacciando strumenti di attacco come i cacciabombardieri per strumenti utili a costruire la pace.
Alle motivazioni tecniche (non funzionano), economiche (hanno un costo altissimo per altro in continuo aumento e un impatto irrilevante sul rilancio dell’occupazione) e sociali (nell’attuale crisi economica i cittadini non hanno bisogno di nuove armi, ma di lavoro, servizi sociali e di un sistema di welfare più solido) si aggiunge oggi, se possibile, una motivazione in più.
Nel semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea e in una fase in cui dall’Ucraina, alla Siria, all’Afganstan, all’Iraq, alla Palestina tornano a spirare pericolosamente nuovi venti di guerra, la scelta di rinunciare definitivamente agli F-35 lancerebbe all’Europa e al mondo un messaggio politico importante a sostegno della pace e della risoluzione nonviolenta dei conflitti.