A Fano il sindaco ha chiesto all’Ufficio Urbanistica di utilizzare la piattaforma UrBes, debitamente adattata, per creare le basi scientifiche utili a discutere il nuovo Piano regolatore
La misurazione del benessere urbano è una materia “liquida”, nel senso che può adattarsi alle esigenze di ciascuna comunità. A Fano, città di 60mila abitanti in provincia di Pesaro-Urbino, il sindaco Massimo Seri a metà 2016 ha chiesto all’Ufficio Urbanistica di utilizzare la piattaforma UrBes, debitamente adattata, per creare le basi scientifiche utili a discutere il nuovo Piano strategico e la variante al Piano regolatore.
Un’idea che ha motivazioni politiche: avendo il centro-sinistra riconquistato il Comune di Fano dopo dieci anni, il primo cittadino ha pensato di dotarsi di una piattaforma di dati più completa possibile per fare scelte sostanziate da cifre oggettive. Non solo: prima dell’elezione a sindaco, Seri è stato assessore provinciale nella Giunta di Matteo Ricci (ora sindaco di Pesaro), il quale contribuì a lanciare il progetto Bes mettendo disposizione il proprio Ente come capofila della prima misurazione su scala provinciale del Benessere Equo Sostenibile (era il 2013, per informazioni: www.besdelleprovince.it).
A prima vista, Seri ha compiuto una scelta politica ineccepibile, ma rimane comunque un punto di domanda: è davvero utile infatti investire risorse in una rilevazione così corposa senza prevedere, a scadenze annuali o biennali, la ripetizione della ricerca al fine di comparare l’andamento dei dati?
Tornando all’analisi del modello Fano, l’Amministrazione comunale ha incaricato l’Università di Urbino di mappare il Bes, comparando il Comune di Fano al territorio provinciale e regionale. In sostanza, ogni gruppo di indicatori relativi a ciascuno degli 11 domini (il benessere soggettivo è stato tralasciato per mancanza di dati secondari disponibili) è stato misurato su tre livelli di comparazione.
Un lavoro che ha consentito un’analisi critica della piattaforma di indicatori UrBes, tanto che i ricercatori hanno mantenuto il cruscotto degli 11 domini, selezionando un numero minore di indicatori, tutti riferiti al territorio comunale (senza quindi mescolare dati provinciali con rilevazioni comunali).
Nico Bazzoli del Dipartimento di Economia, Società e Politica dell’Università di Urbino ricostruisce così le tappe del percorso e il lavoro del gruppo di ricerca: “L’Amministrazione comunale di Fano, volendo predisporre il terreno per la riscrittura del Piano strategico e della variante al Piano regolatore, ci ha commissionato una mappatura del tessuto socio-economico partendo dalla misurazione del Bes, visto che la città, non essendo capoluogo di provincia, non rientrava nel novero del progetto UrBes ma aveva conosciuto l’esperienza di misurazione del benessere attraverso il rapporto nazionale “Bes delle province” nel 2015 a cui partecipava Pesaro-Urbino.”
Dovendo creare una mappa molto dettagliata perché finalizzata al Piano strategico e al Piano regolatore – continua Bazzoli – abbiamo proceduto inizialmente comparando il contesto socio-economico di Fano con le vicine Pesaro e Senigallia, che pur difformi hanno elementi in comune in termini di storia e morfologia. In seguito ci siamo concentrati sulla misurazione del benessere, e studiando la conformazione del progetto UrBes, ci siamo accorti di una prima discrasia, rappresentata dalla compresenza di indicatori di livello comunale con altri di scala provinciale. Abbiamo deciso di mappare solo ciò che era direttamente riferibile a Fano, selezionando gli indicatori più rappresentativi e aggiungendone di nuovi.”
“In pratica, conclude il ricercatore dell’ateneo urbinate, abbiamo mantenuto la strutturazione in domini, creando una piattaforma di indicatori alimentabili anche da un Comune non capoluogo. Tra l’altro, abbiamo scoperto una discreta disponibilità di dati direttamente fruibili dai cittadini, tanto che per quanto riguarda la piattaforma Bes, non è stata necessaria nessuna mediazione da parte del Comune o di altri enti per l’alimentazione della piattaforma di indicatori”.
Tutta la documentazione è visionabile e scaricabile da un’apposita sezione del portale del Comune di Fano: tra i vari materiali a disposizione, la presentazione dinamica elaborata dai ricercatori è particolarmente chiara ed esplicativa.
La relazione finale redatta dal gruppo di lavoro dell’Università di Urbino, guidato dal prof. Eduardo Barberis recita così: “L’analisi a livello comunale viene eseguita attraverso lo studio di una serie di fenomeni socio-economici che interessano la città di Fano, utilizzando un approccio comparativo nella loro spiegazione. Il territorio comunale viene considerato nel suo complesso, analizzando gli aspetti demografici, economici, sociali e ambientali ritenuti più importanti allo scopo di costruire un quadro conoscitivo generale dell’oggetto di studio. Lo studio prende quindi in considerazione la scala comunale, confrontando – dove possibile per disponibilità di dati – gli andamenti di ogni specifico fenomeno con i contesti territoriali in cui Fano risulta inserita”.
Fano rappresenta quindi un’esperienza pilota in materia di Bes, essendo un Comune non capoluogo. Per sopperire alla mancanza di dati (alcuni indicatori UrBes sono rilevabili solo nei Comuni capoluogo di provincia), i ricercatori hanno “personalizzato” la piattaforma, creando un nuovo modello potenzialmente replicabile in casi simili. Inoltre, Fano può rappresentare un esempio di “Bes a livello di Prg”, ovvero una mappatura del benessere finalizzata all’aggiornamento o alla riscrittura del Piano regolatore: sicuramente un compito più arduo della semplice misurazione del benessere urbano, ma comunque un esempio assolutamente rilevante delle molteplici varianti in cui può essere utilmente declinato il Bes.
Chiaramente, una volta impostato il lavoro ed elaborata la prima misurazione, la sfida diventa replicare l’alimentazione dei dati a scadenze ravvicinate. Altrimenti un ottimo lavoro è destinato a diventare, nel giro di qualche anno, pressoché inutile.