Le problematiche relative all’edilizia scolastica e la sicurezza stessa degli edifici sono da anni motivo di denuncia da parte di partiti, associazioni sindacali, studentesche, della società civile e dei protagonisti della vita scolastica. Nonostante con la legge n. 23/1996 fosse prevista l’istituzione di un Osservatorio e di un’Anagrafe dell’edilizia scolastica, il Miur ha più volte […]
Le problematiche relative all’edilizia scolastica e la sicurezza stessa degli edifici sono da anni motivo di denuncia da parte di partiti, associazioni sindacali, studentesche, della società civile e dei protagonisti della vita scolastica. Nonostante con la legge n. 23/1996 fosse prevista l’istituzione di un Osservatorio e di un’Anagrafe dell’edilizia scolastica, il Miur ha più volte tentato di sottrarsi all’obbligo di pubblicazione dei dati relativi all’Anagrafe ed è stato per questo condannato in primo grado dal Tar del Lazio nel 2014. A distanza di 18 anni, i dati non sarebbero ancora né aggiornati né completi. Con l’aiuto di rapporti annuali di alcune associazioni è però possibile ricostruire una fotografia dell’attuale situazione dell’edilizia scolastica in Italia. Di seguito alcuni dati che aiutano a comprendere quanto l’edilizia abbia assunto i caratteri di emergenza nazionale:
• il 5,4% degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1900, il 13,5% tra il 1900 e il 1940, il 40,5% tra il 1941 e il 1974, il 33,5% tra il 1975 e il 1990 e il 7% tra il 1991 e il 2011.
• Nell’anno scolastico 2013/2014 sono state sfiorate 36 tragedie a causa dei crolli di solai, controsoffitti e distacchi di intonaco.
• I maggiori motivi di pericolo che studenti, insegnanti e personale Ata vivono ogni giorno sono da rintracciare nella presenza di lesioni strutturali, nel rischio sismico e/o idrogeologico, nella manutenzione carente e nella presenza di barriere architettoniche.
• Secondo un’indagine del Censis e i più recenti rapporti di Cittadinanzattiva e Legambiente il 65% degli edifici si trova in una zona a rischio sismico, il 24% è stato costruito in terreni a rischio idrogeologico, il 73% presenta lesioni strutturali e della facciata esterna, il 41% presenta uno stato di manutenzione mediocre o pessimo e 2.000 edifici sono a rischio amianto per 342.000 studenti.
Le scuole appaiono generalmente sporche e fatiscenti, estremamente carenti dal punto di vista dei servizi igienici: nel 40% dei bagni manca la carta igienica, nel 44% il sapone, nel 66% gli asciugamani. Inoltre, moltissimi sono i problemi che i disabili devono affrontare per accedere agli edifici scolastici: nel 23% delle scuole l’ingresso è difficoltoso per la presenza di gradini; nell’87% c’è l’ascensore, ma nel 26% dei casi questo non funziona o non è abbastanza largo da consentire l’ingresso di una carrozzina; nel 50% non ci sono banchi adatti; nel 33% mancano bagni attrezzati; il 21% delle aule, infine, non può accogliere un disabile a causa della dimensione della classe.
Renzi ha affermato la volontà di porre la stabilità delle aule al centro dell’azione amministrativa e di Governo. All’interno del nuovo piano, suddiviso in tre filoni (#ScuoleBelle, #ScuoleSicure, #ScuoleNuove), è stato promesso 1.094.000.000 di euro. A oggi questi interventi di costruzione di nuovi edifici scolastici o di rilevanti manutenzioni sarebbero possibili grazie allo sblocco di risorse dai vincoli del patto di stabilità, per un valore di poco più di 200 milioni, e grazie al finanziamento di 510 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione per interventi di messa in sicurezza e di decoro e piccola manutenzione. Per lavorare su questi obiettivi è necessaria una specifica “Unità di missione” istituita dalla Presidenza del Consiglio in collaborazione con il Miur, che però non è ancora stata attivata.
LE PROPOSTE DI SBILANCIAMOCI!
1. Realizzazione e pubblicazione dell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica (ai sensi dell’art. 7 della legge 23/96).
2. Implementazione di un piano pluriennale straordinario nazionale sull’edilizia scolastica che preveda lo stanziamento di almeno 20 miliardi di euro, puntando su:
(i) realizzazione di scuole ex novo e di plessi polivalenti per la messa in rete delle attività didattiche;
(ii) realizzazione di mense, alloggi pubblici e aree per le attività studentesche autonome;
(iii) realizzazione di auditorium per i momenti assembleari e le conferenze;
(iv) adeguamento delle strutture già esistenti circa la messa in sicurezza, l’agibilità statica e quella igienico-sanitaria e la prevenzione incendi e calamità;
(v) eliminazione delle barriere architettoniche e adeguamento delle strutture e degli strumenti per i disabili;
(vi) riduzione del numero di alunni per classe, normalizzazione del rapporto studenti/numero di classi;
(vii) rinnovo e manutenzione servizi igienici e suppellettili;
(viii) piena disponibilità e capienza di palestre, impianti sportivi, laboratori, aule studio e biblioteche;
(ix) interventi perequativi per le Regioni del Sud;
(x) incentivi per l’informatizzazione delle strutture scolastiche;
(xi) istituzione di attività didattiche sulla sicurezza sul lavoro;
(xii) istituzione attività didattiche sull’uso dei Dpi (Dispositivi di protezione individuale) soprattutto negli istituti tecnici e professionali;
(xiii) allargamento democratico dell’Osservatorio e dei Comitati paritetici sulla sicurezza.