La presentazione e discussione della Controfinanziaria 2021 di Sbilanciamoci! mette in evidenza la richiesta di ascolto e confronto con Governo e Parlamento sulle scelte strategiche per uscire dalla crisi e dalla pandemia, dalla riforma fiscale ai sussidi ambientalmente dannosi.
Alla presentazione del Rapporto Sbilanciamoci! sulla legge di bilancio 2021, quest’anno per la prima volta trasmessa in diretta su Facebook, hanno partecipato lunedì 7 dicembre i rappresentanti di una ventina di associazioni, quasi la metà degli aderenti alla Campagna, oltre al sottosegretario all’Università e Ricerca Giuseppe De Cristofaro.
In tutti gli interventi, incluso quello del sottosegretario, è stata sottolineata l’importanza di stabilire una interlocuzione e un dialogo effettivo tra il governo, il Parlamento e le parti sociali, le organizzazioni della società civile e i sindacati. “Il cambio di passo della condivisione delle scelte fondamentali per il futuro del Paese attraverso un dialogo ampio con le organizzazioni della società civile è un punto chiave del lavoro che inizia oggi sul Recovery Plan”, ha assicurato De Cristofaro esprimendo, dopo le critiche venute anche dal segretario della Cgil Maurizio Landini, la volontà dell’esecutivo e della maggioranza di aprire una fase nuova.
Al di là dell’analisi formulata dalla Campagna Sbilanciamoci! nel suo annuale Rapporto sulle “prime luci e ancora tante ombre” della manovra appena sbarcata in Parlamento, come ha sottolineato nell’introduzione il portavoce Giulio Marcon, “dopo un primo inizio promettente con la convocazione degli Stati generali, che è stata una occasione di confronto, pur con tutti i limiti di quell’esperienza, in questa seconda fase non abbiamo riscontrato da parte del governo la volontà di procedere su un piano condiviso nell’operare scelte strategiche per far uscire il Paese dall’attuale crisi”. E Sbilanciamoci! – come ha sottolineato in chiusura delle oltre tre ore di discussione online il ricercatore Matteo Lucchese – già dalle prossime settimane si concentrerà sulle proposte per l’utilizzo dei 209 miliardi di fondi europei del programma Next Generation Eu o Recovery Fund.
Quanto alle “luci” e alle “ombre” della legge di bilancio 2021, le osservazioni del Rapporto si concentrano sulla mancanza di approccio organico e di coerenza con gli impegni già presi dall’Italia a favore della decarbonizzazione e di una trasformazione dell’economia verso produzioni eco-sostenibili, mettendo al centro dello sviluppo del Paese la formazione, la scuola, l’università e la ricerca con lo scopo di recuperare i gap con gli altri Paesi europei e di appianare le diseguaglianze sociali.
Sbilanciamoci!, rispetto alla manovra di bilancio governativa da 39 miliardi, ha elaborato 111 proposte per complessivi 35 miliardi e 883 milioni. Ha puntato su politiche industriali improntate al Green Deal europeo, sul potenziamento delle risorse per la stabilizzazione del personale medico e infermieristico negli ospedali e sul rafforzamento della sanità territoriale e preventiva, sull’applicazione dei Lea o livelli essenziali di servizi sia nel diritto allo studio, dove mancano del tutto, sia nella sanità, dove ancora stentano a essere implementati su tutto il territorio nazionale. Ha chiesto maggiori condizionalità “green” – ad esempio sull’utilizzo di energie rinnovabili – insieme a garanzie su stabilità e sicurezza del lavoro per la concessione di ristori e sgravi alle imprese.
Le 49 associazioni della campagna avrebbero voluto che con l’attuale finanziaria almeno venisse impostata una riforma fiscale ridistribuiva e ispirata alla progressività, sul modello di quanto sta avendo in Spagna. Da qui si potrebbero recuperare le risorse per aumentare le borse di studio ed eliminare l’anomalia assoluta dei borsisti “idonei ma non beneficiari”, si potrebbe ampliare ulteriormente la no-tax area per gli studenti universitari – mantenendo come obiettivo ultimo la completa gratuità del percorso di istruzione dei giovani –, si potrebbe assicurare un maggior impegno per ridurre il digital divide, per migliorare l’accesso alla didattica a distanza e fermare l’emorragia di alunni e dispersione scolastica durante questa fase di emergenza sanitaria, con scuole e università chiuse.
Quanto alla formazione permanente, ci si propone di destinare 800 milioni per favorire l’aggiornamento culturale e professionale dei lavoratori, oltre che per aumentare le competenze legate alla digitalizzazione e alla trasformazione del sistema produttivo in una chiave di sostenibilità. Dalla lotta all’evasione fiscale si dovrebbero quindi reperire fondi per un sostanziale rifinanziamento degli enti locali: sono 6,5 i miliardi che Sbilanciamoci! chiede di destinare ad essi. A questo proposito le associazioni della campagna chiedono anche che passi ai Comuni, attraverso fondi “ad hoc”, il compito di gestire l’accoglienza diffusa ai migranti attraverso i piccoli progetti che un tempo venivano chiamati Sprar, con conseguente progressiva dismissione dei Cas gestiti dai prefetti.
Due sono le sotto-campagne lanciate da Sbilanciamoci! in occasione della discussione della legge di bilancio 2021. La prima, condivisa con la Rete per la Pace e il Disarmo, è quella di proporre la moratoria di un anno per l’acquisto dei sistemi d’arma. In questo modo si recupererebbero 6 miliardi di euro che potrebbero essere impiegati per riaprire piccoli ospedali, potenziare i servizi di cura territoriali necessari per arginare la saturazione delle terapie intensive e dei pronti soccorsi, per la messa a norma e il recupero di spazi negli istituti scolastici, per la capillare diffusione di asili nido, per potenziare i servizi alle persone non autosufficienti e per creare strutture residenziali in grado di aumentare le pene domiciliari abbattendo il cronico sovraffollamento delle carceri. L’associazione Antigone ricorda infatti che circa il 50 per cento dei condannati che potrebbero scontare la loro pena ai domiciliari non vi accedono per mancanza di una residenza stabile.
L’altra “campagna nella campagna” riguarda gli impegni dell’Italia per la progressiva elininazione dei Sad, i sussidi ambientalmente dannosi. Come sottolineano in particolare le associazioni ambientaliste quali Wwf e Legambiente, l’Italia si era impegnata a iniziare il taglio dei Sad che l’Europa ci chiede, invece questa misura è stata del tutto ignorata nella legge di bilancio. La proposta è quindi di prevedere un primo taglio di 4 dei 19,8 miliardi di Sad e destinare la cifra recuperata al rifinanziamento della ricerca. Altra proposta che viene invece dal mondo studentesco (sono intervenuti alla presentazione rappresentanti dell’Udu, dell’Uds, della Rete studenti medi e di Link) è quella di riformare la legge 264 che introduce il numero chiuso per le facoltà di medicina.
Mentre dalle reti antirazziste, di cui fa parte Lunaria, viene la richiesta agli enti territoriali della sanità di dare effettività alla norma contenuta nel decreto Cura Italia che consente l’accesso ai bandi per l’assunzione di personale medico e paramedico a tutti i cittadini con permesso di soggiorno che permetta di lavorare. Lunaria chiede poi l’abolizione delle navi-quarantena, che producono un grande spreco di risorse pubbliche e allo stesso tempo non consentono una normale e efficace sorveglianza sanitaria anti-Covid delle persone migranti. Nel tentativo di bloccare il continuo ingrossarsi della finanza speculativa in epoca Covid e dall’altro lato il diffondersi dell’usura per il mancato accesso al credito di artigiani e piccoli imprenditori, la Fondazione Banca Etica, che pure fa parte di Sbilanciamoci!, torna a chiedere la tassazione degli investimenti finanziari a breve scadenza e la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento.
Associazioni come Un Ponte Per… e ActionAid propongono un aumento degli stanziamenti per la cooperazione internazionale, oltre alla creazione di una rete di enti locali che diano protezione temporanea ai “costruttori di pace” come giornalisti e attivisti quali Patrick Zaki. E se viene giudicato con favore il finanziamento concesso al Servizio Civile nel 2021 (anche se servirebbero risorse aggiuntive), si mette in guardia sul crollo di questi fondi previsto nel 2023. “Sappiamo che al momento esiste una strettoia parlamentare che non consentirà di emendare molto la legge di bilancio ora in discussione alla Camera – ha concluso Marcon –, ma vogliamo sperare che l’interlocuzione con le forze politiche e con il governo continui e si presentino anche altre occasioni. Le nostre proposte sono articolate e restano valide”.