Ma Aldo non era affatto un eccentrico, uno che saltellava da una cosa all’altra. Era curioso, questo si, e menomale. Proprio questa era la sua ricchezza, quella che gli ha permesso di essere politicamente coerente, ma mai schematico o settario.

Ha scritto molto sul manifesto, ma non senza interrompere, sfidando le difficoltà delle rotture. Io ho avuto con lui un rapporto molto stretto perché con me ha lavorato quasi 5 anni nel settimanale Pace e guerra, che ho diretto con Stefano Rodotà negli anni ’80, una presenza preziosa, per la sua cultura, la sua competenza, la sua vastità di interessi.

Negli ultimi anni difficili di Lucio, Aldo gli è stato vicino con costanza e premura, e insieme a Famiano (di cui è sempre rimasto amico stretto) hanno curato una intelligente selezioni dei suoi scritti, preceduta da una lunghissima intervista che raccoglie le sue considerazioni sugli ultimi decenni, quando, chiusa la seconda rivista del manifesto nata nel ’99, Lucio si era ormai ritratto dalla vita politica attiva.

La casa di Aldo è un archivio prezioso, e penso che la prima cosa da fare è ora di metterlo in salvo, non disperderlo e pensare a chi potrebbe prenderlo in cura. Proprio questo faceva della sua casa una meta obbligata per tutti quelli che volevano scrivere sul Manifesto e la sua spesso tormentata storia. Memoria conservata nelle carte ma anche, tanto, nella sua testa.

Nell’ultimo periodo era da lui che si trovavano i giovanissimi che hanno ricominciato a interessarsi delle vicende politiche di un tempo ormai precedente alla loro stessa nascita, E che hanno cominciato a scriverne, uno sguardo nuovo e prezioso. Sono stati parte attiva del riuscito convegno che abbiamo tenuto a Rimini, a novembre, nel decennale della morte di Lucio, il cui sito on line hanno cominciato a ristrutturare e arricchire, nell’ipotesi di unificare finalmente le memorie di Lucio, di Luigi, di Rossana, di tutta la nostra storia. Senza più Aldo ho molti timori che il progetto proceda. La sua scomparsa oltre a darci un grande dolore umano, è anche una perdita politica. Importante.