Il neopresidente degli Stati uniti ha inaugurato le sue politiche in materia di ambiente nominando Scott Pruitt – convinto e notorio negazionista del ruolo umano nel riscaldamento climatico – a capo dell’EPA, l’agenzia per la protezione ambientale. E annunciando la riduzione di oltre 3 mila posti di lavoro all’interno dell’Agenzia
AMERICA FIRST /Budget Blueprint to Make America Great Again. Quel che precede è il titolo, un po’ esagerato di tutto quello che Donald Trump, il presidente, vuole fare e disfare. Lasciando ad altri quello che ad altri compete, ci occuperemo dell’ambiente, argomento poco apprezzato dal presidente che lo ha affidato a Scott Pruitt, convinto e notorio negazionista del ruolo umano nel riscaldamento climatico. Nel Budget sono dedicate all’ambiente due solo pagine su poche più di 50, ma bastano, eccome!, per spiegare da che parte soffia il vento.
La scelta del presidente come si legge alla pagina 43 del Budget Blueprint “è di ridurre il peso degli impegni federali superflui che gravano con significativi costi su lavoratori e consumatori, senza giustificati benefici ambientali. Dovrebbero risultarne circa 3.200 posti di lavoro in meno per l’agenzia”. Secondo l’Examiner, fonte accreditata, dovrebbero essere tolti di mezzo venti dipendenti dell’Agenzia ogni 100. A lavorare per l’Epa sono in sedicimila, prima della purga. Licenziare tremila persone americane nell’intento proclamato di agire per salvare posti di lavoro americani non sembra un modo efficace. Motivi e caratteristiche della decisione di presidente e governo sono discusse dai testi che seguono, dovuti a Giovanni Battista Zorzoli, Francesco Ciafaloni, Massimo Serafini, Marina Turi, Annalisa Corrado, Emilio Molinari e Stefano Lenzi. Non apriremo qui la polemica, o il grido di dolore, per l’attentato al futuro e al benessere dell’intera comunità umana che gli Usa stanno compiendo. Il tentativo di arrestare (o rallentare) il riscaldamento del pianeta subirà una sconfitta globale. Nessun governo, a conti fatti, per evitare guai elettorali o simili, sceglierà di non uniformarsi alla nuova moda ambientale di Washington. Aggiungeremo soltanto che dal punto di vista dei miliardi, Trump prevede di risparmiare 2,6 miliardi di dollari col ridurre il carico ambientale nel 2018 del 31%, da 8,3 miliardi a 5,7. Una cifra importante, 2,6 miliardi, ma i danni certi andranno ben più in là.