Nella manovra depositata alla Camera ci sono innanzitutto alcune norme discriminatorie. Il capitolo di spesa più consistente è quello per i centri di trattenimento e di rimpatrio, Sbilanciamoci! propone di abolirli e di cancellare il protocollo Italia-Albania (costo stimato 127 milioni).
Le politiche sulle migrazioni e sull’asilo sono l’ambito in cui la miscela tra l’autoritarismo, il disprezzo per la democrazia e per la garanzia dei diritti delle minoranze, l’ostentazione sprezzante della forza, la xenofobia e il razzismo, che caratterizza la cultura e l’operato del Governo in carica, appare in tutta la sua evidenza.
Lo scontro frontale con la magistratura in merito alla mancata convalida del trattenimento dei primi migranti deportati in Albania, la negazione ostinata a qualsiasi opzione di riforma della legge sulla cittadinanza, la reazione piccata alle osservazioni avanzate nell’ultimo rapporto dell’Ecri (European Commission against Racism and Intolerance) in merito alle forme di razzismo diffuse tra le forze dell’ordine, l’ottusa insistenza nella rivendicazione del Protocollo di intesa siglato con l’Albania ne sono solo gli ultimi esempi. E mentre l’applicazione di questo Protocollo prevede per il 2025 un costo stimato pari a 127,2 milioni di euro, ci sono migliaia di lavoratori che aspettano ancora da quattro anni la chiusura della pratica di regolarizzazione avviata grazie al Dl. del 19 maggio 2020 n. 34: secondo la campagna Io ero straniero, al 30 giugno 2024 erano ancora 90mila.
L’accanimento delle destre di Governo contro i migranti, i richiedenti asilo, i rifugiati, i Rom e i figli dell’immigrazione è strategico sul piano politico per chi lo alimenta, ma del tutto ingiustificato sul piano dei numeri e inaccettabile sul piano umanitario e della giustizia sociale. Non ci sono né ci sono mai state “invasioni”: i cittadini stranieri non comunitari presenti in Italia si attestano da tempo su 3,6 milioni (Istat, 1 gennaio 2024); nel 2023 risultano effettuati in totale 330mila nuovi ingressi da Paesi terzi, i migranti giunti per mare sono stati 157.652 e le domande di asilo registrate 136.826.
Ci sono diritti umani inalienabili che non possono essere violati, come quello all’asilo, e ci sono diritti sociali che devono essere garantiti in condizioni di parità di trattamento anche ai cittadini stranieri provenienti da Paesi terzi. Ma il Disegno di Legge di Bilancio 2025 preferisce investire ancora una volta nelle politiche del rifiuto e dell’esclusione.
Nella manovra depositata alla Camera ci sono innanzitutto alcune norme discriminatorie. L’art. 2, c. 10 prevede che le detrazioni previste per i figli a carico non spettino ai contribuenti di Paesi terzi i cui figli risiedano all’estero. L’art. 31 introduce un bonus per le nuove nascite pari a 1.000 euro per ciascun figlio nato nel 2025 il cui genitore richiedente abbia un Isee non superiore a 40mila euro. Tra le persone cittadine di Paesi terzi a cui è riconosciuto il diritto al bonus non sono incluse le donne titolari di protezione internazionale. L’art. 35 esclude le lavoratrici che operano nel settore domestico e le lavoratrici autonome dal parziale esonero contributivo della quota di contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, prevista per le lavoratrici madri che abbiano due o più figli. L’art. 106 aumenta il contributo dovuto per le controversie in materia di accertamento della cittadinanza italiana a 600 euro e prevede che debba essere versato da ciascuna parte ricorrente, anche nel caso di domanda congiunta. L’art.123 del Disegno di Legge di Bilancio 2025 prevede inoltre un incremento di 200 milioni di euro delle risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dell’Interno per le spese per l’attivazione, la locazione, la gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza.
Ma l’indirizzo delle scelte governative è maggiormente riscontrabile analizzando lo stato di previsione per il Ministero dell’Interno. L’allegato n. 8 al Ddl Bilancio prevede infatti uno stanziamento per il Ministero dell’Interno di 2,3 miliardi per la Missione 5, Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti (027), programma 5.1, azione 2 “Interventi a favore degli stranieri anche richiedenti asilo e profughi”.
Gli stanziamenti più consistenti riguardano il capitolo di spesa 2351 (2) (attivazione, locazione e gestione dei centri di trattenimento e accoglienza) pari a 1 miliardo e 221 milioni; il cap. 2351 (10) per la gestione dei centri di permanenza per il rimpatrio (CPR), 17,3 milioni; il Fondo per i minori stranieri non accompagnati, 115,5 milioni; il cap. 7351 (2) per “le spese di costruzione, acquisizione, completamento, adeguamento e ristrutturazione di immobili destinati ai centri di identificazione e espulsione, di accoglienza per gli stranieri”, pari a 50,3 milioni di euro.
Per il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (Sai) sono stanziati 705,6 milioni di euro (cap.2352), mentre per il funzionamento delle Commissioni Nazionale e Territoriali per il diritto di asilo sono previsti 21,9 milioni (cap. 2255). Infine, nell’allegato 4 del Ministero della Difesa, sono previsti 12,5 milioni di euro per la progettazione e realizzazione di nuove infrastrutture, la manutenzione e l’adeguamento a norma di infrastrutture esistenti destinate all’accoglienza, permanenza e rimpatrio (cap. 46).
LE PROPOSTE DI SBILANCIAMOCI!
Cancellazione del Protocollo d’Intesa Italia-Albania
Il Protocollo d’Intesa siglato dalla Presidente del Consiglio con il Governo albanese e ratificato con Legge n. 14/2024 prevede la deportazione e la detenzione in Albania dei migranti provenienti da Paesi di origine definiti “sicuri” che siano soccorsi in acque internazionali da navi militari italiane. A tal fine sono stati allestiti due hotspot e di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr). Le domande di protezione internazionale presentate dai migranti deportati sono esaminate seguendo la procedura accelerata di frontiera. Si tratta di un’iniziativa che lede gravemente il diritto di chiedere asilo e la cui conformità al diritto nazionale ed europeo è tutta da verificare. I costi dell’attuazione del Protocollo, stimati per il 2025 nella Relazione tecnica che ha accompagnato il Disegno di Legge di ratifica, ammontano a 127,2 milioni di euro. Sbilanciamoci! chiede la revoca del Protocollo e l’immediata chiusura delle strutture costruite in Albania.
Maggiori entrate: 127,2 milioni di euro
Una missione pubblica di ricerca e soccorso in mare
Le donne, gli uomini e i bambini morti o dispersi nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa dal 2015 in poi sono più di 23mila (Fonte: Unhcr). Una strage che sembra non avere fine, come ci ricordano la morte di almeno 94 migranti al largo delle coste di Cutro del febbraio 2023 e i 41 morti accertati, di cui 26 bambini, insieme alle 35 persone disperse, a seguito del naufragio avvenuto 110 miglia al largo di Roccella Jonica nel giugno 2024. L’Italia deve agire in conformità con le norme di diritto internazionale che prevedono l’obbligo di soccorrere le persone in mare e il dovere di farle sbarcare in un porto sicuro. Sbilanciamoci! chiede il varo di una missione pubblica di ricerca e soccorso dei naufraghi in mare con la dotazione annua di 1 miliardo di euro.
Costo: 1.000 milioni di euro
Abolizione dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio
Nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) si continua a morire, come è successo il 4 febbraio 2024 a Ousmane Sylla, che si è tolto la vita nel Cpr di Ponte Galeria (Roma). I Cpr sono stati istituiti dalla Legge 40/98 (con il nome di Centri di Permanenza Temporanea e Assistenza) con l’obiettivo di facilitare il rimpatrio delle persone migranti prive di titolo di soggiorno colpite da un provvedimento di espulsione, che risultano non immediatamente espellibili a causa della mancanza di un vettore disponibile o della mancata identificazione da parte del Paese di origine. Nei 26 anni di funzionamento di quelle che sono a tutti gli effetti strutture detentive in cui sono private della libertà persone che non hanno commesso alcun reato, sono state denunciate (e in molti casi accertate) gravissime violazioni dei diritti umani. Sbilanciamoci! torna a chiedere di chiudere queste strutture disumane, inefficaci e inutilmente dispendiose per la finanza pubblica. Le risorse stanziate per la loro gestione sono pari a 17,3 milioni di euro nel 2025 (cap. 2351), cui si sommano quelle destinate alla costruzione, acquisizione, completamento, adeguamento e ristrutturazione di immobili e infrastrutture destinati a centri di identificazione ed espulsione pari a 50,3 milioni di euro (cap. 7351) e 12,5 milioni allocati presso il Ministero della Difesa (cap. 46). Il risparmio complessivo di spesa è stimato in 80,1 milioni di euro sul 2025.
Maggiori entrate: 80,1 milioni di euro
Riformare il sistema di accoglienza
Le riforme normative promosse dal Governo in carica hanno indebolito (stravolgendone le funzioni) il sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, moltiplicando la tipologia delle strutture di accoglienza governative, riducendo la tipologia dei servizi erogati e riservando l’accesso all’accoglienza nella rete Sai (Servizio Accoglienza e Integrazione) alle persone titolari di protezione (salvo poche eccezioni). Sbilanciamoci! torna a proporre di smantellare gradualmente l’accoglienza emergenziale dei centri governativi e di rafforzare la Rete Sai al fine di istituire un sistema di accoglienza unico, pubblico, diffuso sul territorio e gestito dai Comuni, che possa garantire un’accoglienza umana, personalizzata e finalizzata a favorire l’autonomia e l’inserimento sociale dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Si propone dunque di tagliare di 250 milioni gli stanziamenti previsti nel 2025 sul cap. 2351 del Ministero dell’Interno e di allocare queste risorse sul cap. di bilancio 2352.
Costo: 0
Un Fondo per le Reti territoriali contro il razzismo
Le persone colpite dalle discriminazioni e dalle violenze razziste non hanno in Italia spazi sicuri di riferimento a cui rivolgersi. Servono reti territoriali di tutela coordinate dai Comuni capoluogo di Regione che funzionino grazie al coinvolgimento degli Enti locali, delle comunità razzializzate e delle associazioni antirazziste. Sbilanciamoci! propone di creare un Fondo dedicato al loro finanziamento, con una dotazione pari ad almeno 50 milioni di euro a partire dal 2025.
Costo: 50 milioni di euro