Dal referendum sull’acqua alla Perugia-Assisi, alla manifestazione di Roma: il cantiere è aperto, facciamo i modo che nessuno riesca a chiuderlo
Archivio | Ottobre, 2011
Io, in movimento fuori dai recinti e dagli scontri
Riflessioni dopo il 15 ottobre. Sentimenti di chi vuole essere radicale negli obiettivi e nelle forme della lotta senza distruzioni che ci paralizzano
La capitalizzazione delle banche
Scartate, una per una, le altre soluzioni non rimane che nazionalizzare gli istituti in crisi. Ma come fidarsi degli stati?
Crisi, finanza e lavoro: tutte le politiche che si possono fare
Il sistema che ha portato alla crisi è un “surrogato del capitalismo” fondato sull’ideologia del libero mercato. Le risposte che sono state date alla crisi hanno cambiato assai poco, il sistema resta fondamentalmente ingiusto. Ma ci sono politiche economiche che possono cambiare le cose, aumentare l’uguaglianza, l’occupazione e i salari
Quei compensi senza vergogna ai Ceo americani
L’Ips stima che le corporation americane, nell’ultimo anno, abbiano pagato per i manager più che per le tasse federali. Mentre la crisi aumenta sempre più le disparità sociali
Da Versailles a Maastricht
L’Europa ripete gli errori del 1919 e dimentica le lezioni di Keynes. La paralisi di oggi ci viene dall’ossessione per la “disciplina” del debito, dall’impossibilità di estendere il modello tedesco e dall’incapacità di riorientare l’opinione pubblica. Così l’austerità sta uccidendo la crescita (*)
Alla ricerca del nuovo paradigma
Dopo il fallimento dell’Europa neoliberista, la via d’uscita dalla crisi richiede cambiamenti profondi. Serve una politica fiscale, industriale e del lavoro comune, che metta al centro la priorità dell’occupazione. Ma la può imporre soltanto un nuovo blocco sociale, con interessi opposti alle élite, e con la forza politica di sostituire le classi dirigenti
Modelli da Nobel, Nobel senza modelli
Il premio per la scienza economica a Sims & Sargent. Un po’ Chicago e un po’ no, molto metodo e molta disciplina. Nessuno slancio eterodosso. Anche qui, la crisi non è servita a nulla?
La crisi ambientale e la soluzione dei beni comuni
Com’è difficile uscire dal pensiero unico “industrialismo-neoliberismo” e dalla saldatura tra stato e mercato che nega la democrazia. La natura, non il mercato, è il più grande produttore di beni e servizi. E la crisi ambientale sta dietro quella dell’economia. Una crisi da affrontare mettendo al centro i beni comuni e l’auto-organizzazione sociale
La crisi sprofonda. L’ultimo allarme di Trichet
La Bce prende atto che quel che ha fatto finora non è bastato. E l’Italia è quella che rischia di più: l’anno prossimo, 25 miliardi di deficit in più solo per il “premio al rischio”. A crisi straordinaria, politiche straordinarie