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Rosarno e l’Inghilterra di Marx

Mare monstrum/ L’Europa assomiglia sempre di più all’Inghilterra descritta da Karl Marx. Basta guardare le fotografie delle tende dei braccianti immigrati a Rosarno

L’Europa assomiglia sempre di più all’Inghilterra descritta da Charles Dickens. E da Karl Marx. Le città inglesi dell’Ottocento, come Roma, Londra o Parigi oggi , sono tra le «città più ricche d’Europa» dove però «abbonda la più cruda povertà e miseria domestica». Marx descrive le condizioni di vita della «popolazione nomade». «Passiamo ora ad uno strato di origine contadina, ma di occupazione in gran parte industriale. Esso costituisce la fanteria leggera del capitale, che la getta ora in un punto e ora in un altro a seconda del suo fabbisogno. Se non è in marcia, eccolo “accamparsi”. Il lavoro nomade è utilizzato per diverse operazioni edili e di drenaggio, la fabbricazione di mattoni, la cottura della calce […]. Nelle imprese che comportano notevoli investimenti di capitale, come la costruzione di ferrovie ecc., per lo più lo stesso imprenditore fornisce al suo esercito baracche di legno o simili: villaggi improvvisati senza il minimo di previdenze sanitarie […]e quanto mai lucrativi per il signor appaltatore, che sfrutta due volte gli operai: come soldati dell’industria e come inquilini» (Marx, Il Capitale, volume primo, capitolo XXIII). Chiunque abbia visto le fotografie delle tende dei braccianti immigrati a Rosarno si rende conto che le condizioni di cui Marx parla sono ancora attuali. Spesso però si crede che riguardino solo gli altri da noi, i neri, gli immigrati senza documenti, al massimo i nostri concittadini europei rumeni o bulgari. Invece Marx ci ricorda che i lavoratori nomadi e sfruttati sono la condizione indispensabile perché ci sia accumulazione del capitale, ovvero perché i ricchi lo diventino ancora di più.