Politica agricola comunitaria, fondi strutturali, trasporti. Da un’analisi dell’impatto ambientale del budget europeo, il bilancio di un’Unione ancora troppo poco verde
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Fuori i titoli tossici dalle università
La crisi ha messo al tappeto le loro teorie dominanti, ma gli economisti non sembrano pronti a trarne le conseguenze. Come la moratoria di quei libri di testo che sono tossici quanto i titoli insaccati nei prodotti finanziari mondiali. Una campagna per cambiare il modo di studiare l’economia
Modello sociale europeo, chi l’ha visto?
La coesione sociale è affidata all’Agenda di Lisbona. Che puntando su occupazione e competitività, ha lasciato al mercato del lavoro la lotta alla povertà e l’inclusione sociale
All’Europa non basta rattoppare il mercato
Cosa dovrebbe fare una politica economica europea di sinistra? Non limitarsi alla redistribuzione, ma recuperare l’azione pubblica. Cominciando con un bilancio autonomo di entrate e spese
Germania, il motore che fa il freno
Un ruolo crescente sullo scacchiere politico-economico, con poca voglia di esercitarlo. E banche piene di guai. Il ristagno tedesco nella crisi economica e finanziaria europea
Il modello giapponese, evitare con cura
Stagnazione, crisi della domanda interna, denatalità, invecchiamento. Per l’Europa – e soprattutto per l’Italia – si profila un destino giapponese?
Le tasse dell’Europa. Come fare un bilancio nuovo
Votiamo per l’Europa, ma quante risorse diamo all’Europa? Il dibattito sul bilancio dell’Unione va riportato a equità, democrazia e trasparenza. Ecco alcune proposte
La Cina e l’India, divise alla crisi
L’economia indiana ha resistito finora meglio di quella cinese. Ma un tasso di crescita “solo” del 5% avrebbe comunque un impatto sociale molto negativo
Il gigante brasiliano col piombo nelle ali
Tra i paesi del BRIC, il Brasile è quello che ha più urgenza di fare scelte di struttura. Perché la politica economica non si può affidare solo alle esportazioni
Un New Deal globale fondato sul lavoro
Non è crollato solo un castello finanziario. È saltato il meccanismo di alimentazione della domanda globale degli ultimi 15 anni, e con esso un ordine culturale, politico ed economico. Adesso siamo di fronte a un bivio: un nuovo patto economico, sociale e geopolitico, oppure il protezionismo populista