… unitevi! Da Londra un appello per un’associazione pluralista, inclusiva e democratica. Per introdurre un metodo aperto nella valutazione scientifica, superando la “peer review”
Archivio | Mondo
I paesi del Bric: similitudini e differenze
Bric è la sigla che riunisce quattro grandi Paesi – Brasile Russia India Cina – sfuggiti al controllo delle potenze economicamente dominanti e che per di più usano incontrarsi per rendere autonome e alternative le proprie politiche e cambiare l’assetto del Pianeta
La Grecia non si guarisce con la deflazione
Solo una poltica fiscale comune potrebbe ridurre i rischi di insolvenza nei paesi dell’Unione gravati da un debito pubblico elevato
Il problematico risveglio dell’economia degli oligarchi
Bric/La Russia è sempre sotto lo shock della fine dell’Unione sovietica. L’ex seconda potenza mondiale è divenuta un paese simile alle monarchie del petrolio
Atene, l’euro e il consenso di Berlino
Le agenzie di rating imperversano. Hanno di nuovo bocciato la Grecia, spingendola alla ristrutturazione del debito. Dopo, però, chi comprerà le merci tedesche?
Un’altra energia è possibile
L’Italia voterà sul nucleare. Per prepararci, andiamo a lezione in Germania. Il piano enegetico nazionale tedesco farà una scelta chiara: abbandonare l’atomo a favore delle rinnovabili
Il Giappone, gli Usa e la fabbrica del mondo
Bric. Crisi, tsunami giapponese, trasformazioni produttive: nonostante tutto, non si ferma la corsa delle delocalizzazioni produttive verso la Cina
Cosa vengono a fare i cinesi in Europa?
L’Europa riceve il 3,5% degli Ide cinesi: capitali alla ricerca di nuovi mercati e di risorse strategiche. Con quali risultati? Un primo bilancio, da una ricerca empirica
A chi servono le bugie sulla crisi
È in libreria “La comoda menzogna”, Il dibattito sulla crisi globale, di Giovanni La Torre (prefazione di Salvatore Bragantini). Pubblichiamo qui l’introduzione
Europa, ultimo appello
La crisi greca diventa ingestibile, né può servire la “ricetta Mirafiori” delle istituzioni internazionali. L’uscita di scena di DSK cambia poco: è vero che l’ex direttore dell’Fmi ha aperto sui controlli ai movimenti di capitale, ma le ricette macro non sono cambiate