Vogliamo che l’adesione dell’Italia al TTIP sia discussa in ogni consiglio comunale e che ogni Comune esprima la propria preoccupazione e opposizione al trattato, come molte altre città europee e italiane hanno già fatto.

Vogliamo che l’adesione dell’Italia al TTIP sia discussa in ogni consiglio comunale e che ogni Comune esprima la propria preoccupazione e opposizione al trattato, come molte altre città europee e italiane hanno già fatto.
Domani il Consiglio dei Ministri si appresta a sancire una decisione già presa dal governo senza alcun coinvolgimento del Parlamento: l’invio di 450 militari italiani in Iraq. Quella italiana non sarebbe una missione umanitaria ma un intervento neocoloniale a tutto tondo.
I ministri degli esteri di almeno ventisei paesi aderenti al cosiddetto “small group” della coalizione internazionale contro il Daesh si riuniscono in questi giorni a Roma. Non si discuterà sul se, bensì sul quando e semmai sul come intervenire in Libia.
Siamo alla vigilia di un’altra guerra contro la Libia. L’operazione complessiva, capitanata dall’Italia, dovrebbe coinvolgere seimila soldati statunitensi ed europei per bloccare i cinquemila soldati dell’Isis. Il tutto verrà sdoganato come “un’operazione di peacekeeping e umanitaria”.
Legambiente presenta il Rapporto Pendolaria 2015, uno studio sul trasporto pendolare ferroviario dal quale emerge un’Italia a due velocità: il successo dei Frecciarossa da una parte e i tagli a Intercity e ai treni regionali dall’altra.
L’Unione degli Studenti ha lanciato la campagna nazionale “Sicuri da morire”, una denuncia della condizione delle nostre scuole, che si compone di segnalazioni, dati e denunce inviate direttamente dalle studentesse e dagli studenti delle scuole.
In un’intervista al Sole 24 Ore, il premier Matteo Renzi ha dichiarato che sulle sorti del Monte dei Paschi «sarà il mercato a decidere», spalancando le porte a chi vuole mettere le mani sulle banche italiane. Raramente il dogma neoliberista è stato espresso in maniera così franca.
Il 16 gennaio scorso da Cagliari è partito l’ennesimo carico di bombe diretto in Arabia Saudita. La ministra Pinotti continua a ripetere che «è tutto regolare», ma non è così. Le nostre leggi prevedono che non possiamo vendere materiale bellico a Paesi in conflitto. E l’Arabia lo è.
Sabato scorso dall’aeroporto di Cagliari è partito un nuovo carico di bombe per rifornire l’aviazione saudita che da nove mesi sta bombardando lo Yemen senza alcun mandato internazionale. Rete Disarmo, nel rinnovare l’appello al Governo a sospendere queste forniture, annuncia mobilitazioni per le prossime settimane.
Il rinnovo contrattuale dei metalmeccanici, il più grande comparto dell’industria, può costituire l’occasione per riprendere una franca discussione sulle reali “strozzature” alla crescita e per indicare nuove vie di rilancio.