A questo ritmo di vaccinazione il mondo potrà arrivare all’immunità di gregge solo nel 2023 e con altre centinaia di milioni di malati e di decessi. Poi arriva Joe Biden e sembra esserci una via d’uscita, che invece si richiude subito e in Europa, a Porto. La spiegazione nelle parole del papa.
Di punto in bianco, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha dichiarato di voler annullare i brevetti dei farmaci anti Covid 19. Questa scelta suscita un grande sconvolgimento in Europa. Parecchi politici europei, anche italiani, sono disorientati e spesso arrivano a dichiarare la propria contrarietà. C’è per esempio un grande saggio italiano, Sabino Cassese che tra l’altro afferma alla Tv che si tratterebbe di “un provvedimento un po’ sovietico”. Subito il bravo Giannelli, il vignettista del Corriere della sera, lo prende sul serio e disegna Biden nella classica posizione di Lenin che parla in una storica foto dal palco e proclama al suo pubblico: “Proletari di tutto il mondo – vaccinatevi gratis”. Di fianco, al posto di Trotskji, che come sappiamo ogni tanto c’è e ogni tanto manca nella storica foto, appare invece, irriconoscibile sotto la mascherina, quella che dovrebbe essere un’ impassibile Angela Merkel.
Per un appropriato desiderio di equità possiamo citare anche la contemporanea vignetta di Altan, su la Repubblica, con due personaggi, entrambi nasuti (ciò che per l’autore significa piuttosto detestabili) con uno dei due, sorridente, che agita una scheda e dice “ Togliamo i brevetti!” mentre l’altro con la faccia scontenta e davanti a un’enorme raccolta di scartafacci, replica: “OK. Adesso vediamo come fare.”
Par di capire che i due giornali suggeriscono, attraverso i loro più apprezzati commentatori, il primo che Big Pharma – e di conseguenza il Corrierone – è assai critico; mentre il secondo, la Repubblica, fa notare che il disordine, nell’amministrazione, è fuori controllo: la Sanità ha troppo da fare e moltissimi argomenti sono contro. Nella sostanza sembra di capire che le vignette, ben diverse tra loro nell’idea e nel segno, sotto le ridevoli battute abbiano molto da suggerire: per esempio che i due giornali e per essi le direzioni, le stesse proprietà, le connesse campagne pubblicitarie, ispirate dall’inquieto e insondabile Big Pharma, scelgano di tenere aperto il discorso, decidano per l’intanto di non decidere e preferiscano lasciare a tutti i Draghi di governo e sull’altro lato al capitalismo farmaceutico e più in generale a quello rappresentante l’intero sistema proprietario, chiamato anch’esso in causa, un altro tempo d’indecisione.
Conta di più Biden con il suo corteggio di Pentagoni vari e di Wall Street o conta di più l’accoppiata di Bruxelles e di Francoforte, l’Unione europea e la Grande Banca Europea che sono titolari del nostro spaventevole debito, o almeno di una parte decisiva di esso? E infine lo spirito del capitalismo quanto vale? Si può bypassarlo scegliendo di rinunciare allo spirito del brevetto?
Le risposte sono tutt’altro che semplici. La pandemia – ormai lo si è capito – si estende per tutta la Terra, per tutti i viventi.
Biden, il presidente degli Stati Uniti, il capo del Pentagono ecc, ecc, ha davvero parlato di punto in bianco? In realtà non è così. “Nello scorso autunno l’allora presidente (quello poi rumorosamente scaduto, ndr) reclutò una manciata di alleati dei paesi ricchi per bloccare negoziati per tali concessioni. Pressioni in senso contrario, per rovesciare questa sconfitta auto inferta sono in seguito andate crescendo, con il consenso di 200 premi Nobel, ex capi di Stato e di governo (compresi molti personaggi di grande fama) 110 membri della Camera dei rappresentanti, 10 senatori, 400 gruppi di società civile, 400 parlamentari europei e molti altri”. Tra i 200 premi Nobel o forse tra i molti altri c’è anche l’economista Joseph Stiglitz, autore con Lori Wallach di queste note. Stiglitz e la sua coautrice hanno scritto un testo datato 6 maggio – un giorno prima dell’intervento di Biden – e pubblicato da Project Syndicate che sarebbe opportuno diffondere anche tra noi. La sostanza del testo ricorda che la produzione di dosi di vaccino anti Covid 19 è ben lontana dai 10-15 miliardi di dosi necessarie per portare a immunità generale – di gregge o come la si vuol chiamare – l’intera popolazione mondiale. Finora, alla fine di aprile, sono entrate in commercio – perché di questo si tratta – 1,2 miliardi di dosi con un profitto gigante per Pfizer e Moderna, le compagnie americane che il testo indica. A questo ritmo una soluzione globale arriverebbe nel 2023, troppo tardi per evitare centinaia di milioni di altri malati nel mondo. Nel mondo esistono 250 compagnie che fabbricano o sono in grado di fabbricare vaccini. Tra quelle citate dal duo Stiglitz-Wallach c’è per esempio il maggior produttore di vaccini al mondo, l’indiano Serum. Conta di più il profitto di Big Pharma o la salute generale, la ripresa della vita di prima in tutta la Terra?
“Accesso universale al vaccino e sospensione temporanea dei diritti di proprietà intellettuale”. A parlare così è naturalmente papa Bergoglio, che poi insiste: quel che servirebbe è “un modello economico diverso, più inclusivo, equo e sostenibile”. I governi europei, riuniti a Porto, in Portogallo, hanno discusso anche loro di vaccini. la Repubblica smuove un po’ gli scartafacci proposti da Altan e lo fa così: “Dopo qualche incertezza e alcune divisioni (…) trovata una linea comune. Più che la sospensione dei brevetti come chiedono gli Usa è necessario incrementare l’esportazione delle dosi verso i Paesi più poveri”. In qualche forma i governanti della nostra Europa danno in ultima analisi ragione a Francesco che collega diritti di proprietà intellettuale e modello economico; solo l’ordine del ragionamento per i decisori europei è capovolto. Siccome il modello economico è dato, non è più inclusivo, i diritti di proprietà intellettuale sono intangibili.
Il nostro, Draghi, sempre a Porto, ci mette un cerotto: “Ci sono grandi case farmaceutiche che producono questi vaccini, che hanno avuto delle sovvenzioni governative imponenti. Da loro ci si dovrebbe aspettare semplicemente qualcosa in cambio”. E, come si diceva una volta …”l’ultimo chiuda la porta”.