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Pantelleria

Lampedusa non è più strapiena ma gli sbarchi in parte si sono spostati a Pantelleria. Meloni a Granada ha fatto sponda con il premier britannico per “stroncare le bande di trafficanti” sul globo terraqueo. Nel loro documento non si parla di fame, guerre, persecuzioni ma del nuovo caccia Tempest, per terrorizzare gli scafisti.

Lampedusa dista un po’ più di cento chilometri dall’Africa (Tunisia) e più di duecento dalla Sicilia. In mezzo al mare c’è anche Pantelleria che dista sessantacinque chilometri dalla stessa Tunisia e centodieci chilometri abbondanti dalla Sicilia. E’ risaputo che da Pantelleria si può vedere a occhio nudo la Tunisia, cioè l’Africa. Giorgia Meloni, pur ben informata (Meloni studia e sa sempre tutto) ha fatto finta di niente, nella speranza che gli africani (o gli scafisti) continuassero a non accorgersi delle sconcertanti realtà geografiche e marinare. Se ne sono accorti, invece, tanto che nei primi giorni di ottobre gli arrivi di migranti sono tre volte più numerosi a Pantelleria che a Lampedusa. I principali media italiani, a partire dai giornali stampati, la novità non l’hanno vista; giustamente essi attendono di leggere i fatti veri, rilevati dai famosi fogli stranieri, quelli che fanno la Storia. Unica eccezione il manifesto (e il suo inviato a Lampedusa Giansandro Merli), dalla cui lettura ricaviamo le informazioni del caso. A Pantelleria i migranti arrivano per lo più a bordo di gommoni. Si parla per esempio di un insieme di dodici natanti, “con un minimo di sette e un massimo di 34 persone a bordo” un gruppo di piccole imbarcazioni che la guardia costiera ha avvistato.

Lampedusa per qualche giorno, come in corrispondenza degli sbarchi a Pantelleria, si è svuotata, nel senso che la sua struttura di ricevimento dei migranti non era più strapiena.

L’esame sulle due rotte alternative lo faranno altri, ben più esperti di noi. Per la gente inesperta vale invece un secondo discorso, perché oltre tutto anche la scena è cambiata e si è spostata in Spagna. Nell’antica città di Granada, famosa per la sua civiltà e la cultura, madre della nostra civiltà europea e della nostra cultura, senza uguali per l’Alhambra e anche per il cattivo esempio di un re e di una regina che scelsero di eliminare i diversi – ebrei, musulmani – per farne altrettanti migranti. Forse proprio la storia antica avrà ispirato Giorgia Meloni e Rishi Sunak, il capo del governo inglese: quest’ultimo dal canto suo, trascurando sventatamente l’origine asiatica della sua famiglia di migranti dalle parti di Londra, era propenso a inviare in Ruanda gli attuali migranti in eccesso sul suolo inglese, oggi di sua competenza. Gli attuali migranti, essendo arrivati in quasi tutti i casi in barca, attraverso la Manica. Ma poi la pratica Ruandese è finita nel dimenticatoio: i famosi giornaloni di prima non la citano più. Meloni invece, una volta rinunciato al proposito di praticare dal canto suo il blocco navale, difficile da attuare con la sola flotta italica, non rinuncia però a perseguire il piano di “stroncare le bande di trafficanti”. I trafficanti, nemici della civiltà, proprio come lo erano gli schiavisti di due, tre secoli fa. Questo paragone lo aggiungiamo noi: la liberazione degli schiavi africani, la loro completa emancipazione, l’uguaglianza, nella legge, agli yankees, con tutta probabilità non rientra nell’ideale politico della presidente del consiglio italiana. 

Le “bande di trafficanti” sono ormai il nemico principale. Occorre un alleato forte e Meloni lo trova in Sunak. Con Sunak, ai margini del Vertice della Comunità Politica Europea, a Granada, Meloni elabora una sorta di “strategia di azione” e perché non vada perduta, l’affida al Corriere della Sera che stampa tutto in prima e in 28ma pagina: “Perché gli sbarchi vanno fermati”.

Nel documento sono richiamati i dieci punti di un memoriale stilato da Ursula von der Leyen, molto apprezzati dai due leader. Riportiamo tre punti che danno il senso della buona volontà di von der Leyen e dei motivi dei due firmatari, cui non interessano tanto impegni che sanno essere impraticabili a livello europeo quanto parole da spendere nella politica nazionale; a Roma e a Londra. Ai punti n. 4, 6, 8 dei dieci proposti la presidente von der Leyen suggerisce

4) Aumento delle azioni per la lotta contro i trafficanti anche attraverso un rafforzamento della normativa e una maggiore collaborazione con i Paesi di origine e transito.

6) Azioni concrete contro la logistica dei trafficanti, ovvero garantire che le imbarcazioni utilizzate per il traffico di esseri umani vengano sequestrate e distrutte.

8) Offrire alternative valide alle rotte illegali attraverso il rafforzamento dei corridoi umanitari, “la misura più efficace per contrastare le bugie dei trafficanti e spezzare il circolo vizioso” venutosi a creare.

Sono posizioni analoghe a quelle di Meloni, anche se assai più diplomatiche. La lettura che ne fanno i due presidenti del consiglio, entrambi sotto attacco in patria, è simile: entrambi possono dire “l’Europa è d’accordo con noi”. Nessuno chiede all’Europa un impegno concreto che del resto essa non potrebbe garantire. Meloni si sente autorizzata a esagerare un pochino; nella prima parte dell’intervento sul Corrierone può ben parlare di “scafisti da sconfiggere”, di  “gruppi criminali”, di impegno comune a “distruggerne la catena di approvvigionamento”. 

Del tutto indebitamente è poi ricordato, nell’intervento dei responsabili dei governi italiano e inglese, il temibile caccia previsto nell’accordo tripartito (dicembre 2022). In effetti, proprio con Sunak e con il premier giapponese Fumio Kishida, i tre paesi avevano giurato la loro decisione di progettare e costruire un caccia delle meraviglie che avrebbe gettato nel terrore gli eventuali stormi rivali. Ora si fa capire che i gruppi criminali scafisti saranno così terrorizzati per l’intervento futuro del caccia tripartito che “stroncheranno” senza indugi gli scafi colpevoli, tornando così sulla giusta via (oops! giusta rotta). Sul caccia si veda “Il Tempest che sta arrivando” in Sbilanciamoci 16 gennaio 2023.

Nel documento di Sunak e Meloni di fame non si parla, come non si parla di guerra, di paura, di persecuzioni. Di migranti si scrive così: “Solo fermando il flusso di migranti illegali possiamo proteggere il ruolo storico delle nostre due Nazioni come luoghi di asilo e rifugio”. 

Non ridete sull’asilo e rifugio. Riflettete piuttosto sulla generosità che emerge: con 5.000 dollari cash, nessuno è più immigrato illegale; ogni ex-immigrato illegale è accolto da par suo e potrà ricevere giusto asilo e opportuno rifugio.