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Morire di Covid e della incapacità delle istituzioni

Esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza a Giorgio Airaudo per la perdita del padre e il ricovero della madre, entrambi colpiti dal Covid. Una vicenda che chiama in causa il cattivo operato di governo e regioni nella gestione della campagna vaccinale e nella tutela del diritto alla vita dei cittadini.

In questi giorni si è parlato sulla stampa di ciò che è accaduto alla famiglia di un amico di Sbilanciamoci!, Giorgio Airaudo, oggi segretario della FIOM del Piemonte e deputato di SEL nella XVII legislatura.

Il padre (86 anni, ex operaio metalmeccanico) e la madre (82 anni, da giovane profuga dai campi degli italiani d’Istria) sono stati contagiati dal Covid-19. Una volta ricoverati, il padre è morto nell’ospedale di Tortona e la madre sta lottando contro la morte in un ospedale di Torino. Entrambi non erano stati chiamati per fare il vaccino. Il padre ha ricevuto la convocazione per aprile, mentre stava morendo.

A Giorgio vanno il cordoglio, la vicinanza della campagna Sbilanciamoci!.

Quello che è successo a Giorgio e ai suoi familiari, è successo nelle ultime settimane a molti ultraottantenni e persone fragili, malate di tumori e altre gravi patologie. È sconcertante che ancora ad oggi le percentuali dei vaccinati ultraottantenni sia bassissima, in alcune regioni addirittura irrisoria. A livello nazionale poco più del 20% ha ricevuto entrambe le dosi del vaccino e meno del 50% la prima dose. In Toscana la percentuale scende al 10% e in Sardegna al 7%.

Il piano vaccinale non va e le previsioni – le speranze – del generale Figliuolo di somministrare 500mila dosi di vaccino al giorno appaiono irrealistiche. L’auspicio che il governo Draghi desse una sterzata alla campagna vaccinale è per il momento completamente disatteso. Continuano a morire gli anziani (sono la stragrande maggioranza degli oltre 108mila deceduti fino ad oggi) senza che la loro

vaccinazione diventi veramente una priorità assoluta e mentre vengono vaccinate persone giovani di categorie e corporazioni che potrebbero aspettare. Le istituzioni latitano colpevolmente, ma ci saremmo anche aspettati che i sindacati dei pensionati di CGIL, CISL e UIL facessero sentire la loro voce, che è invece assente o afona.

Questa strage di anziani – tra cui il papà di Giorgio – non è colpa solo del Covid, ma anche degli errori e dei ritardi dei governi (pure di quello attuale) e delle ineffabili regioni che si muovono “a geometria variabile”, rendendo i diritti (e il diritto alla vita, il più importante) dei nostri anziani diseguali ed evanescenti. È intollerabile che la prospettiva di sopravvivere di una persona sia legata alla fortuna di vivere a Roma o alla sfortuna di vivere a Torino. Finita questa pandemia se ne dovrà riparlare: questa emergenza certifica non solo il fallimento di molte regioni nella gestione della sanità (e già si sapeva), ma anche di un modello in cui lo Stato abdica di fronte al rispetto del principio di eguaglianza di un fondamentale diritto del cittadino: quello alla vita.

La scossa che doveva dare Draghi al piano vaccinale non c’è stata: la aspettiamo per onorare i tanti anziani morti e tutelare la vita di quelli che cercano di evitare di essere contagiati.