Almeno 450 milioni di euro è la cifra che l’Italia ha già dato da febbraio scorso per rifornire l’Ucraina di armamenti. In deroga alla legge 185 sulla trasparenza del commercio di armi.
Una cifra complessiva di oltre 450 milioni di euro: è questa la valutazione che l’Osservatorio è in grado di fare oggi a riguardo dei costi per l’Italia dell’invio di sistemi d’arma all’Ucraina impegnata nel conflitto armato successivo all’invasione russa dello scorso Febbraio. La stima è diffusa alla vigilia di un nuovo dibattito Parlamentare (con la presentazione di diverse mozioni) che toccherà anche il tema della cessione di armi all’Ucraina, in vista di un possibile sesto decreto interministeriale con dettaglio di materiali da inviare a breve alla volta di Kiev.
Il totale complessivo per le casse pubbliche supera abbondantemente i 450 milioni di spesa, secondo le valutazioni derivanti dal valore dichiarato delle cessioni e dal contributo italiano all’European Peace Facility (lo strumento europeo con cui tali invii di armi avranno copertura finanziaria). Senza contare possibili ulteriori costi di rifornimento magazzini della Difesa.