Nel 2019 sono stati spesi nel mondo quasi 2mila miliardi di dollari in armi, mentre il bilancio dell’Oms è di poco più di due. In Italia aumentano le spese militari e, nel pieno dell’emergenza Covid-19, si conferma il programma d’acquisto degli F-35 ed è in arrivo una legge da 6 miliardi di euro in armamenti.
Il nuovo Rapporto annuale del SIPRI, il prestigioso istituto svedese di ricerca sulla pace e il disarmo, ci dice che nel 2019 sono stati spesi 1.917 miliardi di dollari per le armi e la difesa. Nello stesso tempo il bilancio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è di poco superiore ai due miliardi di dollari, lo 0,11% di quanto si spende per le armi.
Si è paragonata – sbagliando – la pandemia del coronavirus a una guerra. Sta di fatto che per le guerre vere o inesistenti si spendono migliaia di miliardi di dollari e per difenderci a livello globale da una pandemia che sta causando centinaia di migliaia di morti si danno all’organismo globale che dovrebbe coordinarci e intervenire solo le briciole. Il bilancio dell’Oms è basato su contributi volontari e in parte sono privati: il secondo finanziatore dell’Organizzazione è la Fondazione Bill e Melinda Gates.
Intanto, che cosa fa il governo del nostro paese? Con il decreto Cura Italia sta mettendo un po’ di risorse sulla sanità, ma dal 2008 gli esecutivi che si sono succeduti in questi anni hanno definanziato il servizio sanitario nazionale. Lo certifica in queste ore l’Istat. Negli stessi anni sono aumentate le spese militari.
Nella conferenza stampa online tenutasi il 27 aprile scorso, Sbilanciamoci!, la Rete Disarmo e la Rete della Pace hanno chiesto al governo di bloccare l’imminente “legge terrestre” (6 miliardi di euro per carri armati, blindo, ecc.) e di fermare gli ulteriori investimenti per gli F-35. Il Movimento 5 Stelle ha ripreso la proposta e una cinquantina di parlamentari si sono attivati in questa direzione.
Il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il PD hanno fatto muro, sbandierando “accordi internazionali vincolanti” (non è vero) e inesistenti “penali” se si dovesse fermare il programma dei cacciabombardieri. E nei provvedimenti di queste settimane – mentre gran parte delle aziende si sono dovute fermare – si è consentito alle aziende militari di continuare a produrre, senza che fossero produzioni essenziali o strategiche. Anche durante un’emergenza così grave le scelte del governo sono piegate agli interessi dell’industria bellica.
Non sarebbe ora di invertire le scelte? Come propone Sbilanciamoci!, da tempo possiamo recuperare almeno dieci miliardi di risorse dalla riduzione delle spese militari e dei nuovi sistemi d’arma. Come viene scritto nel documento-appello In salute, giusta, sostenibile. L’Italia che vogliamo, le spese per la difesa non devono superare l’1% del Pil.
Si deve bloccare il programma F-35, evitando di spendere altri 12 miliardi nei prossimi anni. Si deve fermare una legge che ci farebbe spendere 6 miliardi di euro in carri armati e mitragliatrici. Oggi le urgenze sono quelle di un servizio sanitario nazionale pubblico che funzioni, di un welfare che dia diritti a tutti, di una scuola che non cada a pezzi. Queste sono le vere priorità del paese.