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L’utopia economica inversa dei Mandible

Mentre l’Italia sta facendo i conti con il “contact tracking” per consentire la Fase 2 di uscita dall’emergenza Covid-19, un romanzo di fanta-ecomonia racconta di chip nella nuca per l’accesso ai servizi sociali e previdenziali: “I Mandible”.

Leggere è una delle non moltissime attività concesse durante il confinamento domestico. Eppure, anche se nessuno ancora si è adoperato a fare un’analisi della lettura al tempo del lockdown, ci sbilanciamo a suggerire che non sia stato il supporto cartaceo a riscuotere il maggior successo. Le edicole sono rimaste aperte ma non si segnala nessun boom di acquisto di quotidiani e riviste. Mentre secondo l’ad del gruppo Telecom, Luigi Gubitosi, in audizione davanti alla commissione Trasporti della Camera, nelle settimane di contenimento degli spostamenti si è registrato un incremento del settanta per cento del traffico telefonico. Tutti connessi, dunque, tutti a giocare, soprattutto, (secondo Gubitosi l’attività che ha avuto maggior picco sulla Rete è stata quella di “gaming”) ma anche a leggere e a informarsi attraverso social network, siti e motori di ricerca. Gli stessi Facebook e Google che in questo periodo hanno svolto una ancora più capillare profilazione della massa degli utenti, tanto da essere diventati centrali nella realizzazione del “contact tracking”, la tracciatura dei contatti e delle relazioni, che il governo sta per lanciare come condizione per allargare le maglie del contenimento e permettere a molte attività lavorative di ripartire. Oltre alla neonata task force economica diretta, guardavano dall’ex ad di Vodafone Vittorio Colao, da inizio aprile è stata creata una task force digitale presso il ministero dell’Innovazione. Ed è questa seconda ad avere come compito – come si legge sul sito del ministero dell’Innovazione e della Digitalizzazione (Mid) – di procede alla stima dell’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla produzione industriale italiana a livello combinato di regione-settore e alla stima degli impatti diretti ed indiretti sulla finanza pubblica. Attraverso cosa? Attraverso modelli statistici o algoritmi e sulla base dell’analisi di dati provenienti dal web (Facebook, Twitter, Google, Chatbot e altri sistemi AI-based, cioè basati sull’Intelligenza artificiale). É sempre il sito del Mid a dichiararlo. Una sorveglianza di massa che preoccupa anche l’autorità garante della privacy, che pure partecipa alla task force digitale. Il suo presidente, Antonello Soro, ha provato, in video audizione, a mettere in guardia il Parlamento sui rischi di un prelevamento di dati non richiesti e di una intromissione nei dati personali e sensibili di ognuno, concessa per l’emergenza e poi sfruttata a fini commerciali o di altro tipo. Lo scandalo di Facebook e di Cambridge analytica, questo lo sappiamo, è solo la punta di un iceberg che si sta ingrossando, che rischia ora di diventare  “the elephant in the room” delle nostre democrazie.  Tanto che Soro ha stimolato il Parlamento a studiare “un reato a sé” per la violazione alle limitazioni imposte dalle autorità per il prelievo emergenziale dei dati degli utenti da parte di un operatore privato. È un mondo nuovo, quello che ci aspetta alla riapertura del portone di casa. E questa questione del “contact tracking” rischia di farci ruzzolare le scale fino alla cantina più buia. 

Per evitare incauti scivolamenti democratici, ma soprattutto per divertimento, si può allenare il cervello con un libro dai tanti stimoli. Un libro di carta, visto che dopo Pasquetta le librerie, almeno nel Centro-Sud, torneranno a aprire i battenti. Un libro di fanta-economia che prefigura un futuro dispotico neppure tra tanti anni. Il romanzo, perché di un romanzo si tratta, è stato scritto nel 2016 e ha avuto un grande successo negli Stati Uniti. Si intitola “I Mandible” e in Italia è stato tradotto – bene – ed editato da una piccola casa editrice romana – la 66thand2nd – specializzata in testi di letteratura e saggistica nordamericani. L’autore-autrice è quel Lionel Shriver, nata Margaret Ann Shriver, che ha firmato anche l’agghiacciante racconto “Dobbiamo parlare di Kevin”, sul rapporto sadico di un adolescente con i propri genitori, da cui è stato tratto un terribile e bellissimo film con Tilda Swinton.

“I Mandible” racconta invece una saga familiare ambientata tra il 2029 e il 2047. Una realtà allucinata ma abbastanza alla nostra portata di comprensione e partecipazione. Il luogo sono gli Stati Uniti alle prese con una depressione economica devastante innescata dal crollo totale del valore del dollaro. Il biglietto verde, improvvisamente viene bandito a causa del default federale e si capisce che, molto più di ciò che tendiamo a pensare, era quello il collante dell’ex Paese più potente del mondo. Lp’egemonia atlantica ora è soppiantata da quella, solo economica però, della Cina e dagli altri paesi asiatici, che non appaiono capaci di una egemonia ordinativa. Il mondo nel frattempo è alle prese con una crisi idrica e alimentare data dai cambiamenti climatici.  I servizi pubblici e la sicurezza nelle città sono sempre più scarsi e lo Stato preleva le tasse in modo sempre più esoso direttamente da un chip innestato nel cervello dei contribuenti. Senza questo innesto, sempre volontario, non si ha accesso a ciò che resta di sanità e assistenza e nessuno ti dà lavoro, neanche per spazzare le scale. Il lavoro, per altro, è ridotto alla sua versione semi-schiavistica, i giornali non esistono più, ma si naviga in un mare di fake-news nel quale cercare barlumi di verità come messaggi nelle bottiglie. Tutto viene narrato in un a presa diretta sul quotidiano delle relazioni familiari dei Mandible, con una prosa che ricorda la sceneggiatura di un film, ma fornisce anche spunti dalle auto riflessioni dei protagonisti. I Mandible, giovani e vecchi, ricchi e spiantati, parlano di Paul Krugman – ancora lui, ancora lì ma in versione totem – e dell’introduzione del bancor, la nuova valuta al posto del dollaro, e alla fine del ricorso al colonial, altra moneta dettata dalla storia monetaria nordamericana, nella Repubblica ribelle della resistenza, il mondo utopico senza Stato nel quale la famiglia approda alla fine. Insomma è un libro di carta, con una bellissima copertina, che fa piacere avere nelle mani e rileggere a brani, anche ricordare – se è vero che solo la lettura su supporto cartaceo è in grado di essere davvero elaborata e immagazzinata dal cervello perché aiutata dalla spazialità e portabilità del libro nello spazio. I “Mandible” non vogliono essere una profezia ma un esperimento mentale e una proiezione narrativa di tendenze e temi già presenti in forma latente in un contesto più ovattato e presente. L’autore-autrice _ e questa avvertenza è tanto più intrigante quanto evidente dal testo _ è tutt’altro che un liberal conservatore. La sua utopia è infatti un ritorno a uno passato primigeno di avventurieri senza Stato, con una moneta solo un po’ ricollegata al valore aureo ma senza le burocrazie internazionali del “Gold Standard”. Per Shriver a essere intrusivo e malevolo è lo Stato dei Clinton e degli Obama-Biden, seguendo il vecchio assolo di Ronald Regan in base al quale “il governo non è la soluzione, il governo è il problema”. Ma proprio per questo la distonia all’inverso, è ancora più interessante. E a conti fatti liberatorio.