Qualità dell’aria, sicurezza stradale, mobilità sostenibile, pubblica e condivisa, città 30 per spazi sicuri: la giusta transizione nelle grandi città italiane è al centro dell’analisi e delle proposte contenute nel nuovo Rapporto MobilitAria 2024, realizzato da Kyoto Club e CNR-IIA.
Il 7° Rapporto MobilitAria 2024 è stato elaborato come di consueto da Kyoto Club insieme al CNR – Istituto sull’Inquinamento Atmosferico, sulla base dei dati disponibili relativi al 2023 (oppure, se non disponibili, ad anni precedenti per alcuni ambiti specifici). Il 2023 è stato un anno in cui l’andamento della mobilità nelle nostre città è progressivamente tornato alla situazione precedente alla pandemia di Covid-19. La mobilità urbana è ripresa, anche se il trasporto pubblico in alcune realtà registra difficoltà a riprendersi, dopo la drastica riduzione dei passeggeri trasportati a causa delle limitazioni introdotte per contenere il contagio.
Certamente l’auto è rimasta protagonista degli spostamenti urbani nel nostro Paese, e va segnalato che il tasso di motorizzazione – che è il più elevato d’Europa – ha continuato addirittura ad aumentare in Italia e nei grandi centri urbani. Si tratta di un elemento di preoccupazione: ai necessari obiettivi di riduzione di congestione, incidentalità e mortalità sulle strade, occorre affiancare quindi azioni urgenti volte alla decarbonizzazione del trasporto. Quest’ultima, come è noto, si accompagna alla riduzione delle emissioni inquinanti, che, nonostante i miglioramenti, fanno registrare nel nostro Paese livelli ancora nettamente superiori a quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per tutelare la salute umana.
Proprio per questo, il Rapporto MobilitAria 2024 analizza anche le esperienze delle nostre città per contenere traffico, congestione e inquinamento con nuove Low Emission Zones e limitazioni alla velocità con Città 30 km/h. In particolare, il Rapporto presenta un focus specifico a cura dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR relativo all’impatto dell’inquinamento atmosferico nelle principali città italiane: l’inquinamento atmosferico rappresenta infatti uno dei maggiori rischi ambientali per la salute umana in Europa e nel mondo. L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) stima per l’Italia nel 2021 più di 40.000 morti premature all’anno attribuibili all’esposizione a concentrazioni al di sopra degli standard europei per il particolato atmosferico (PM2.5) e più di 16.000 morti per il biossido di azoto (NO2) e l’ozono (O3).
Oltre a rappresentare un rischio per la salute dei cittadini, l’inquinamento atmosferico ha un impatto economico negativo su tutti i Paesi europei: nel 2018, in media, ogni abitante delle principali città europee ha subito una perdita economica quantificabile in 1.250 euro all’anno, dovuta agli effetti diretti (spese mediche sostenute per farmaci e/o eventuali ricoveri in ospedale) e indiretti (riduzione dell’aspettativa di vita) sulla salute legati alla cattiva qualità dell’aria. Questo importo equivale in media al 3,9% del reddito annuale. Le stime mostrano quindi che basta un aumento di 1 μg/m3 nella concentrazione di PM2.5 per causare una riduzione dello 0,8% nel PIL nello stesso anno. Il 90% di questo effetto sul PIL è dovuto a riduzioni nella produzione per ciascun lavoratore, che possono verificarsi a causa di un maggiore assenteismo lavorativo o di una ridotta produttività. Pertanto, l’adozione di politiche pubbliche e misure efficaci per ridurre le emissioni di inquinanti sono una priorità per contrastare l’inquinamento atmosferico e contribuire così positivamente sia alla salute dei cittadini che alla crescita economica dei Paesi.
In quest’ottica, l’edizione 2024 di MobilitAria propone, per la prima volta, una stima dell’impatto sanitario ed economico dell’inquinamento dell’aria per le 14 città metropolitane italiane prese in esame, in termini di “Morti Premature”, “Anni di Vita Persi” (Years of Life Lost) e di impatto economico dell’inquinamento dell’aria calcolato come “Valore di una Vita Statistica” (Value of a Statistical Life – VSL). Quest’ultimo indice costituisce uno strumento utile a valutare l’efficacia di interventi o politiche finalizzate a ridurre i rischi per la sicurezza e la salute pubblica, o mirate alla prevenzione di morti premature. La riduzione di questo rischio non solo preserva le vite umane, ma può anche comportare notevoli risparmi economici, un aumento del PIL e una crescita economica complessiva.
Per analizzare fenomeni complessi come quello della mobilità urbana è bene tenere conto del modello DPSIR-Driving forces, Pressures, State, Impacts, Responses, messo a punto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente e da Eurostat per l’interpretazione dei fenomeni ambientali: un modello utile in fase di pianificazione, al fine di valutare quali azioni intraprendere per incidere sui problemi ambientali e, in sede di monitoraggio, per verificarne l’efficacia. Nel Rapporto MobilitAria viene pertanto presentata una panoramica di dati – relativi appunto a Determinanti, Pressioni, Stato, Impatto e Risposte – dell’Osservatorio sulla Mobilità Urbana Sostenibile realizzato dal Kyoto Club e dalla Clean Cities Campaign sulle 18 città italiane grandi e medie (Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Prato, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia):
- Le determinanti: mobilità con veicoli privati e autobus del trasporto pubblico a combustione fossile.
- Le pressioni della mobilità urbana: emissioni di CO2 ed emissioni di NOx da trasporto stradale.
- Lo stato della mobilità nelle città metropolitane: ripartizione modale e qualità dell’aria.
- Gli impatti della mobilità insostenibile: morti premature, congestione del traffico e incidenti stradali.
- Le risposte: trasporto pubblico non inquinante, mobilità attiva, mobilità condivisa ed elettrica.
Alla luce delle analisi e delle valutazioni espresse nel Rapporto MobilitAria 2024, gli obiettivi prioritari di policy che vengono declinati sono i seguenti:
- Un’offerta di trasporto pubblico locale interamente a emissioni zero, attraverso l’utilizzo di sistemi su ferro (metropolitane/tranvie), filoviari e con l’elettrificazione completa dei parchi autobus;
- Lo sviluppo della mobilità attiva attraverso la realizzazione di piste ciclabili, raggiungendo standard di livello europeo, che favoriscano uno spostamento modale molto significativo verso questa tipologia di mobilità attiva individuando delle soglie minime di infrastruttura ciclabile differenziate in base alla popolazione delle città capoluogo: 15 km/10.000 abitanti per le città con meno di 500.000 abitanti; 10 km/10.000 abitanti per le città con una popolazione compresa tra i 500.000 e i 1,5 milioni di abitanti; 5 km/10.000 abitanti per le città con oltre 1,5 milioni di abitanti.
- Lo sviluppo della mobilità condivisa (car, bike, scooter, micromobilità in sharing) elettrica. Sono state individuate delle soglie minime di servizi di mobilità condivisa, differenziati in base alla popolazione delle città capoluogo, che favoriscano uno spostamento modale molto significativo verso questa tipologia di mobilità sostenibile, contribuendo a favorire la riduzione del tasso di motorizzazione privata: 150 veicoli/10.000 abitanti per le città con meno di 500.000 abitanti, 200 veicoli/10.000 abitanti per le città con una popolazione compresa tra i 500.000 e i 1,5 milioni di abitanti, 250 veicoli/10.000 abitanti per le città con oltre 1,5 milioni di abitanti.
- Considerando il tasso di motorizzazione, che in Italia risulta il più elevato fra i paesi europei, l’obiettivo indicato al 2030 è che le nostre città arrivino almeno a dimezzare le auto circolanti. Si tratta di un target sfidante ma realistico, vista la situazione esistente in alcune grandi centri urbani europei. Ad esempio a Parigi, che negli ultimi anni si è fortemente impegnata in un cambiamento radicale delle modalità di spostamento, il numero di auto circolanti per 1.000 abitanti nel 2021 era di 450 a livello regionale (Ile de France – 12 milioni di abitanti), di 370 a livello metropolitano (Metropole du Grand Paris, 131 comuni e 7 milioni di abitanti) e di 275 nella città di Parigi (2,2 milioni di abitanti). Altri esempi di grandi città europee con elevati livelli di mobilità sostenibile – soprattutto trasporto pubblico – sono Londra (Inner London) con 205 auto per 1.000 abitanti, Berlino con 337 auto per 1.000 abitanti e la provincia di Barcellona con 432 auto per 1.000 abitanti.
- Elettrificazione del parco auto circolante. Il Regolamento (UE) 2023/851) prevede l’eliminazione delle emissioni di CO2 da parte dei nuovi veicoli leggeri, inclusi auto e furgoni, entro il 2035. Dopo quella data, i veicoli con motori a combustione interna alimentati a benzina o diesel non potranno più essere immatricolati. I dati disponibili, riferiti al 2022, mostrano che le città italiane più avanti in questa direzione raggiungono appena 8 mezzi elettrici ogni mille auto circolanti. Si tratta di numeri che evidenziano il notevole ritardo del nostro Paese nel percorso di elettrificazione che ci attende. D’altra parte la diffusione di veicoli elettrici deve andare di pari passo con una maggiore disponibilità di punti di ricarica. A questo proposito la legge 120/2020 (art. 57, c.6) stabilisce che si debba assicurare la presenza di almeno 1 punto di ricarica a pubblico accesso ogni 1.000 abitanti.
- Impatto sulla salute dell’inquinamento atmosferico. Le morti premature sono quelle che si verificano prima che una persona raggiunga l’età prevista in base all’aspettativa di vita. Tali decessi sono considerati prevenibili se la loro causa può essere eliminata. Utilizzando i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente relativi alle morti premature causate dall’esposizione al biossido di azoto, ovvero l’inquinante più strettamente legato alle emissioni prodotte dal trasporto stradale, il Rapporto MobilitAria 2024 fissa come obiettivo da raggiungere quello di zero morti al 2030.
- Sicurezza stradale. Il 73% degli incidenti stradali avviene in ambito urbano. Uno degli effetti del traffico stradale è costituito proprio dagli incidenti che avvengono, in particolar modo quelli che coinvolgono gli utenti più “deboli” in senso lato (anziani, bambini) o che si spostano a piedi o in bicicletta. L’obiettivo nel campo della sicurezza stradale non può essere che la “Vision Zero”: si tratta di un cambio di paradigma che pone al centro l’essere umano e la sua incolumità con l’obiettivo almeno di dimezzare al 2030 i morti dovuti alla circolazione stradale.
Infine, per definire un “indice sintetico” che indichi attraverso un valore riassuntivo la distanza delle 18 città monitorate dall’Osservatorio sulla Mobilità Urbana Sostenibile dall’obiettivo di decarbonizzazione e vivibilità urbana attraverso lo sviluppo della mobilità sostenibile, nel Rapporto Mobilitaria 2024 è stata calcolata la media dei valori di sette dimensioni per confrontare la situazione delle diverse città esaminate: trasporto pubblico non inquinante, mobilità ciclabile, mobilità condivisa, tasso di motorizzazione, elettrificazione del parco veicolare privato, impatto sulla salute dell’inquinamento atmosferico, sicurezza stradale. L’indice è calcolato per i due anni per i quali sono disponibili tutti i dati (2020 e 2021). Il risultato è espresso nei seguenti grafici, prima in modo riassuntivo e poi con il dettaglio (2021) per ogni singola componente che contribuisce a determinare l’indice sintetico.