Il 3 marzo, a 77 anni, è mancato Marcello de Cecco, uno tra i maggiori economisti e intellettuali italiani. Abbiamo imparato molto da lui. Il nostro ultimo incontro pubblico è stato alla conferenza romana di EuroMemorandum, nel settembre 2014, dove tenne la relazione d’apertura, che riproniamo qui accanto: un’analisi accurata e poco ottimista: “Mi spiace […]
Il 3 marzo, a 77 anni, è mancato Marcello de Cecco, uno tra i maggiori economisti e intellettuali italiani. Abbiamo imparato molto da lui. Il nostro ultimo incontro pubblico è stato alla conferenza romana di EuroMemorandum, nel settembre 2014, dove tenne la relazione d’apertura, che riproniamo qui accanto: un’analisi accurata e poco ottimista: “Mi spiace di non vedere per l’Europa un orizzonte molto luminoso” era la sua conclusione.
Marcello de Cecco ci ha sempre offerto uno sguardo rivelatore sull’economia internazionale e i suoi problemi, sulle monete e le politiche economiche, sull’Europa e i poteri mondiali. La sua voce critica ci ha raggiunto attraverso l’attività didattica che ha svolto nei più prestigiosi atenei italiani e internazionali; molti di noi hanno avuto la fortuna di incontrarlo da studenti quando le sue lezioni travalicavano i confini della scienza economica per trascinarci nel mondo della storia, della sociologia e della cultura senza le quali, sosteneva, era impossibile interpretare lo sviluppo economico e i cambiamenti degli equilibri mondiali.
Con questo spirito, ha studiato i problemi dell’economia internazionale e dell’integrazione europea, è stato attento al ruolo della Germania e alle fragilità dell’Italia, ha messo in guardia contro le debolezze dell’euro, è stato tra i primi a parlare di declino economico italiano. I suoi libri sono punti di riferimento essenziali. Ci sono approfondite analisi dell’ordine monetario internazionale come come “Money and empire”, “L’Italia e il sistema finanziario internazionale, 1919-1936”, i molti contributi alla storia economica d’Italia. Ci sono presentazioni di classici, come la cura dell’edizione italiana di “Le conseguenze economiche della pace” di John M. Keynes. Ci sono gli interventi sull’attualità di politica economica – molti apparsi come articoli su Repubblica – raccolti in “L’oro di Europa”, “L’economia di Lucignolo”, “Gli anni dell’incertezza”, “Ma cos’è questa crisi”, analisi puntuali, mai banali, capaci di offrire una nuova interpretazione dei fatti.
E poi c’era la sua grande umanità, in cui si fondevano felicemente origini abruzzesi e esperienze internazionali, la sua attenzione e disponibilità. E’ grazie a uomini della sua levatura culturale che nel nostro paese il pensiero critico ha potuto essere coltivato in questa stagione di superficialità. Gli siamo grati per la lezione che ci lascia e per lo spirito democratico che sempre ha distinto il suo lavoro.
Tra i suoi articoli da rileggere – oltre a quello qui accanto – c’è lo scenario di dissoluzione dell’Europa scritto nel 1992 nel suo primo contributo per Repubblica http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/09/18/disgregati-del-2003.html. Carlo Clericetti ne racconta i retroscena nel suo omaggio a Marcello de Cecco apparso qui http://nuke.carloclericetti.it/DeCecco/tabid/444/Default.aspx.