I deputati e i senatori che sostengono le richieste della Campagna Sbilanciamoci!, per cambiare rotta. Un impegno preciso su cose che si possono fare: una politica di bilancio non ammazzata dall’austerity, una politica sociale per l’eguaglianza, una politica industriale per lo sviluppo sostenibile…Ecco chi ci sta. Con molte conferme e qualche sorpresa
Alla vigilia del voto, la campagna Sbilanciamoci! aveva invitato i candidati a sottoscrivere un’agenda di cambiamento: all’appello “Io mi sbilancio!” avevano risposto in 118. Dopo il voto, abbiamo riaperto l’agenda, verificando chi ci sta, stavolta tra le elette e gli eletti. Ecco le prime adesioni (c’è tempo fino al 5 aprile, legislatura permettendo…)
La nuova legislatura può rappresentare un punto di svolta e di discontinuità rispetto alle politiche neoliberiste di austerity che hanno impoverito il paese e lo hanno fatto sprofondare nella recessione. Queste politiche hanno accentuato le disuguaglianze, aumentato la disoccupazione, indebolito il welfare, reso più precario il lavoro, messo in difficoltà le imprese.
Non è “l’Europa che ce lo chiede”: non occorre “restituire fiducia ai mercati”, politiche economiche alternative sono possibili. Da anni la campagna Sbilanciamoci! presenta il proprio rapporto per “usare la spesa pubblica per i diritti, l’ambiente, la pace”. Il XIV rapporto è stato presentato a fine novembre del 2012 e contiene 94 proposte che, numeri alla mano, dimostrano che una differente legge di stabilità permetterebbe di investire nel rilancio dell’economia, in un nuovo modello di sviluppo ambientalmente sostenibile, in una redistribuzione della ricchezza e in una maggiore giustizia sociale.
Solo per fare alcuni esempi, se tagliassimo i crescenti contributi alla scuola privata, ci sarebbero maggiori risorse per quella pubblica. Senza educazione, ricerca ed alta formazione il paese non ha un futuro, servono investimenti pubblici nella qualificazione dell’offerta formativa, nel diritto allo studio, nell’edilizia scolastica e universitaria, nella ricerca. Se abbandonassimo la follia delle “grandi opere”, a partire dalla realizzazione dell’alta velocità in Val Susa, ci sarebbero le risorse per le “piccole opere” di cui ha bisogno il Paese, dalla mobilità sostenibile alla lotta contro il dissesto idrogeologico. Se rinunciassimo all’acquisto dei cacciabombardieri F35 e tagliassimo le spese militari del 20%, ci sarebbero le risorse per il welfare, per la cooperazione internazionale e per il Servizio Civile Nazionale e ne avanzerebbero anche per ridurre il debito pubblico. La politica estera del nostro Paese non può fondarsi sulle missioni militari all’estero, ma sulla cooperazione internazionale e la solidarietà. Una politica fiscale all’insegna di una maggiore progressività, consentirebbe una redistribuzione più equa della ricchezza. E via discorrendo.
Dall’ambiente alla sanità, dall’istruzione alle politiche di accoglienza dei migranti, dal contrasto alla corruzione alla lotta all’evasione e all’elusione fiscale, è in questa direzione che occorre impostare le future scelte di politica economica.
Siamo immersi in una crisi finanziaria, economica, sociale, ambientale, di democrazia. Per uscirne, il primo passo deve però essere culturale. Bisogna capovolgere un paradigma – quello del neoliberismo – costruendone un altro: quello di un’economia fondata sui beni comuni, la sostenibilità ambientale e sociale, l’uguaglianza e i diritti.
Noi eletti vogliamo realizzare un “cambio di rotta”.
Condividiamo le proposte della campagna Sbilanciamoci!
Ci impegniamo a portarle avanti, se saremo eletti, nella nostra azione in Parlamento.
Ci impegniamo a costituire un gruppo di lavoro e di confronto con le organizzazioni della campagna Sbilanciamoci! per portare nelle istituzioni, a cominciare dal Parlamento, anche sotto forma di proposte di legge, i contenuti della Campagna per costruire insieme un diverso modello economico, sociale e ambientale.
Un’altra Italia è possibile. Un’Italia dalla parte dell’ambiente e della pace, dei diritti e della cittadinanza, della scuola e del welfare, della solidarietà e di un’economia diversa. Proviamo a costruirla insieme!
Hanno aderito (al 2 aprile 2013)
Le adesioni possono essere inviate a info@sbilanciamoci.org