L’iniziativa italiana di Europe for Peace, ieri anche all’Angelus oltre che nelle cento piazze d’Italia, rompe il silenzio sulla pace. E la parola risuona non solo nelle parole del Papa, ma anche di Mattarella, Macron, del neo ministro Tajani al convegno di Sant’Egidio.
«Dopodomani martedì 25 ottobre mi recherò al Colosseo a pregare per la pace in Ucraina e nel mondo insieme ai rappresentanti delle Chiese e comunità cristiane e delle religioni mondiali riunite a Roma per l’incontro ‘Il grido della pace. Invito a unirvi spiritualmente a questa grande invocazione a Dio. La preghiera è la forza della pace. Preghiamo, continuiamo a pregare per l’Ucraina così martoriata». Con queste parole Papa Francesco all’Angelus ha in qualche modo salutato le tante manifestazioni in corso per la pace e lo striscione di Europe for Peace sotto le sue finestre, augurando all’Italia e al suo nuovo governo, appena insediato, “l’unità e la pace”. E a questo proposito il pontefice ha ribadito: «Ancora una volta ripeto con animo accorato che la violenza non risolve le discordie ma soltanto ne accresce le tragiche conseguenze».
Sempre domenica 23 e sempre a Roma, mentre in decine di piazze italiane sono continuate le manifestazioni e le iniziative in previsione della manifestazione nazionale a Roma il prossimo 5 novembre, la Comunità di Sant’Egidio ha iniziato il suo convegno multiconfessionale di due giorni dal titolo “Il grido della pace” al quale hanno partecipato anche il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente italiano Sergio Mattarella.
Mattarella nel suo intervento dalla tribuna del centro congressi Nuvola all’Eur ha detto che serve «una pace che non ignori il diritto a difendersi e non distolga lo sguardo dal dovere di prestare soccorso a un popolo aggredito. In Ucraina, come altrove – ha aggiunto – occorre riannodare i fili dell’umanità che la guerra spezza: vite, famiglie, legami umani e sociali». Per il capo dello Stato italiano «è anzitutto una sfida in Europa e per l’Europa». E allora la Ue deve ricoprire un ruolo di «garante». «L’Europa – ha continuato Mattarella – non può e non deve permettersi di cadere prigioniera della precarietà, incapace di assolvere al suo naturale ruolo di garante di pace e di stabilità nel continente e nelle aree vicine» dice sottolineando come «la sciagurata guerra mossa dalla Russia rappresenta una sfida diretta ai valori della pace».
Il Capo dell’Eliseo Emmanuel Macron da parte sua ha affermato che in Ucraina «la pace è possibile» ma sarà «quando e quella che loro – intendendo gli ucraini intesi come governo a quanto pare ndr – decideranno e che rispetterà i diritti del popolo sovrano». «Non lasciamo che la pace oggi sia catturata dal potere russo – ha aggiunto il presidente francese – . Oggi la pace non può essere la consacrazione della legge del più forte né il cessate il fuoco che definirebbe uno stato di fatto». E comunque, ha aggiunto Macron: «Io ce l’ho messa tutta per dialogare con il presidente Putin» ma ora è il momento di parlare, anche «sotto traccia», con il popolo russo perché «non è la loro guerra».
Al convegno di Sant’Egidio si è espresso anche il cardinale Matteo Zuppi, presidente dei vescovi italiani mettendo l’accento nel suo intervento sull’escalation data dal riarmo bellico: «Si parla troppo di riarmo, dovremo certamente riprendere un discorso forte per evitare che l’unica logica sia quella militare, chiedere sempre che tutti i soggetti, con audacia e immaginazione, concorrano a tessere la tela della pace».
Mentre il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, ha indicato il dialogo come unica chance per arrivare alla composizione dei conflitti. «Una delle cose più sciocche del nostro tempo è dire che volere la pace sia essere filo-putiniani. Questo assolutamente non è vero. Perché pace prima di tutto è una parola per gli ucraini, questo martoriato Paese che ha subito l’aggressione russa che ha 8 milione di persone fuori dei suoi confini». «Noi rischiamo di rinunciare a questa grande parola, che è nostra, che è cristiana, che è delle religioni, che è europea», ha aggiunto Riccardi. Anche per il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo «la pace è stata soffocata da troppi rumori di guerra e per questo vogliamo far risuonare il nostro grido di pace».
In questa giornata particolare nella quale la parola “pace” ha risuonato nell’intero Paese, è da segnalare la prima telefonata del neo ministro degli Esteri Antonio Tajani all’Alto Rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell. Secondo un tweet della Farnesina tra i due si sarebbe ribadito che «l’Ue è punto di riferimento fondamentale per Italia». E i due avrebbero convenuto di mettersi «al lavoro insieme per affrontare sfide globali e per una pace giusta in Ucraina».ù