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La fine del blocco dei licenziamenti apre un’estate complicata

Non si prospetta un’estate tranquilla per i 55.817 lavoratori coinvolti nei 99 tavoli di crisi aperti al ministero dello sviluppo economico con lo sblocco dei licenziamenti dal 1° luglio del decreto Sostegni bis. Da Internazionale

Non si prospetta un’estate tranquilla per i 55.817 lavoratori coinvolti nei 99 tavoli di crisi aperti al ministero dello sviluppo economico. Sono quelli che più di tutti rischiano di ritrovarsi disoccupati dopo che il governo ha deciso di non prorogare il blocco dei licenziamenti. La misura, presa un anno fa dal governo Conte per evitare che la pandemia di covid-19 provocasse una crisi sociale, a marzo 2021 era stata prolungata al 30 giugno dal nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi. Nella prima versione del decreto Sostegni bis il blocco arrivava al 28 agosto. Il presidente degli industriali Carlo Bonomi in un’intervista al Messaggero ha parlato di “intese tradite”, mentre il Sole24ore ha titolato “L’inganno di Orlando sui licenziamenti”, accusando il ministro del lavoro di aver violato accordi già presi per cancellare il divieto di licenziare. Dopo le proteste, la norma è scomparsa. Nel decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale è rimasta solo la parte che prevede la possibilità di far ricorso alla cassa integrazione senza pagare l’aliquota addizionale per le imprese che decidano di non licenziare.

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