L’Ue ha deciso di escludere la spesa per armi e sicurezza dal patto di stabilità. Ma il Il terrorismo lo si sconfigge soprattutto combattendo le diseguaglianze ed investendo in diritti sociali, istruzione e cultura. Escludere la spesa sociale dal patto di stabilità: la campagna lanciata da Libera, Gruppo Abele e Sbilanciamoci!
Il 18 novembre il presidente della CE Juncker ha annunciato ai cittadini europei che le spese per la sicurezza e l’acquisto di armi saranno considerate spese straordinarie da non far rientrare nel patto di stabilità. Una decisione presa in seguito agli attentati terroristici di Parigi.
In pochissime ore si è deciso di derogare in nome della lotta al terrorismo e della sicurezza alle regole di uno dei pilastri delle politiche di austerità portate avanti dall’inizio della crisi del 2007. Il rispetto del patto di stabilità è la motivazione con la quale negli ultimi anni sono stati imposti nel nostro paese ingenti tagli ai trasferimenti agli enti locali dell’ordine di 11 miliardi di euro e la drastica riduzione dei Fondo Nazionale per le politiche sociali: rispetto al 2008 il fondo ha subito un taglio complessivo di quasi l’80%, la quota del Fondo destinata a regioni ed enti locali ha subito una riduzione del 58%.
La drammatica riduzione dei fondi per il contrasto alla povertà e l’esclusione sociale e l’assenza di misure strutturali di sostegno al reddito hanno fatto esplodere gli effetti della crisi sulle fasce più deboli della popolazione producendo un aumento della povertà che non trova un completo riscontro nelle serie statistiche Istat del nostro paese.
La povertà assoluta è triplicata arrivando a colpire oltre 4,5 milioni di italiani, così come la dispersione scolastica, la povertà minorile e la disoccupazione giovanile sono tra le più alte d’Europa. Gli ultimi dati Istat denunciano come il 28,3% della nostra popolazione sia a rischio povertà. Una situazione drammatica che favorisce mafie e corruzioni e che rischia di innescare guerre tra poveri e generare frammentazione sociale e rancore tra le fasce più deboli della popolazione, sempre più marginalizzate e considerate un problema invece che cittadini. Ma anche in tutta Europa le diseguaglianze sono aumentate a livelli insopportabili e rappresentano il problema principale che oggi mette seriamente a rischio coesione sociale e tenuta democratica. Sono 128 milioni i cittadini europei in povertà relativa e 43 milioni nell’indigenza.
Se in nome della lotta al terrorismo si è data la possibilità ai governi di derogare al patto di stabilità non inserendo nel conteggio del deficit le spese per la sicurezza, crediamo sia ancor più urgente ed utile derogare al patto di stabilità per le spese relative ai servizi sociali, fondamentali per il contrasto alle diseguaglianze ed all’esclusione sociale di cui il terrorismo si nutre per diffondere i suoi messaggi di odio.
Le politiche sociali rappresentano infatti un investimento sulla coesione sociale e sulla sicurezza ancor più necessario in questa fase dinanzi all’esplosione delle diseguaglianze ed alle contraddizioni e tensioni che questo comporta. Il terrorismo lo si sconfigge soprattutto combattendo le diseguaglianze ed investendo in diritti sociali, istruzione e cultura, le vere armi in grado di isolare socialmente e politicamente l’ideologia del terrore e della guerra.
Per queste ragioni nel gennaio 2016 la rete di Miseria Ladra, promossa da Libera e Gruppo Abele, e quella di Sbilanciamoci! lanceranno una campagna rivolta agli amministratori locali, al Parlamento e al Governo italiano e alle istituzioni europee per chiedere di porre fine alle politiche di austerità e, in ogni caso, di escludere la spesa sociale dal Patto di stabilità.