Per Giovanni Dosi, fino a un mese fa l’economista più ascoltato dal Movimento, nel contratto di governo «troppe concessioni a Salvini». A cominciare dalla Flat tax. www.espresso.repubblica.it
«Tutto è molto diverso da come ce lo eravamo immaginato. Spero che il maggior numero possibile di parlamentari Cinque Stelle si rifiuti di appoggiare con il voto questa deriva di destra e razzista per mettere fine all’alleanza con la Lega». Giovanni Dosi, 64 anni, professore ordinario di politica economica alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, è lo studioso di fama internazionale che durante la campagna elettorale, e anche prima, ha cercato di orientare a sinistra il programma del Movimento. Dosi nei mesi scorsi ha più volte incontrato Luigi di Maio e altri esponenti di vertice dei Cinque Stelle, ma ora, nell’intervista esclusiva pubblicata da L’Espresso in edicola domenica 17 giugno, si dichiara «molto deluso» e prende le distanze dal contratto di governo siglato da Di Maio con Matteo Salvini. Un contratto – spiega Dosi nell’intervista – che sacrifica gran parte dei temi cari ai Cinque Stelle per fare concessioni alla Lega.
Secondo l’economista, il reddito di cittadinanza è ormai sparito dai radar, mentre Salvini insiste sulla Flat tax, che, dice Dosi, è soltanto «un enorme regalo ai ricchi, una totale follia che non dovrebbe neppure essere presa in considerazione». Nel programma di governo non viene neppure espressa con chiarezza la volontà di abolire il Jobs act. E questo, sostiene il professore, è un altro favore alla Lega, che vorrebbe anche ridurre ulteriormente le imposte sui profitti aziendali. «La mia opinione – spiega Dosi nell’intervista – è che gli investimenti delle imprese siano influenzati non tanto dalle tasse sugli utili quanto dall’andamento della domanda globale».