La guerra continua senza soste. Nato e Usa si sono impegnati a sostenere gli ucraini fino in fondo, senza che sia del tutto chiaro dove si trovi il fondo: prendono le distanze dagli atti più eclatanti. Da il manifesto.
Un camion-bomba, non i razzi di precisione forniti dagli americani. Un’azione degli apparati militari ucraini dietro le linee nemiche, più spregiudicata dell’attentato a Darja Dugina, la figlia dell’ideologo della destra nazionalista russa rimasta uccisa a Mosca, il 20 agosto.
Si potrà legittimamente dubitare di questa versione: uno scenario in cui si muoverebbe un kamikaze ucraino, alla guida di un singolo camion che sfugge al controllo, ma trasporta un carico esplosivo tale da affondare il patriottico ponte sullo stretto di Kerch.
Dopo tante allusioni fatte dal ministero della difesa ucraino, proprio nel giorno del compleanno di Vladimir Putin. Del resto, non sono del tutto fugati nemmeno i dubbi sulla vicenda dell’attentatrice ucraina.
È un fatto, però, che al fronte combattente ucraino torni utile la celebrazione della propria capacità di colpire ovunque e in autonomia.