Il combinato disposto di premierato e autonomia differenziata può far deragliare la nostra democrazia verso l’autoritarismo e la divisione del Paese. Si tratta di progetti che vanno fermati, anche con il referendum, mobilitandoci e facendo sentire la nostra voce. E’ per questo che il 25 maggio manifesteremo a Napoli con la “Via Maestra”.
E’ iniziato alla Camera dei deputati il dibattito in seconda lettura del disegno di legge sull’autonomia differenziata, un progetto devastante per l’unità del Paese, che aumenterà le diseguaglianze tra i territori e farà avanzare una sorta di secessione strisciante delle Regioni del Nord dal resto d’Italia.
Il testo di legge è breve, una sorta di norma di indirizzo generale, che delega poi alle intese con il governo i successivi passaggi, spalancando le porte – con la scusa dell’autonomia – ad una spaccatura del Paese. I costi sono ancora imprevedibili, ma potrebbero essere molto alti. I livelli essenziali delle prestazioni sono di là da venire, ma saranno dei livelli “minimi”, al ribasso (in grado di accontentare sia la Sicilia che la Lombardia: una fotografia dell’esistente) e non saranno per nulla essenziali, in modo da garantire livelli di diritti adeguati per tutto il territorio nazionale.
Come abbiamo scritto nel rapporto curato da Sbilanciamoci sull’autonomia differenziata, preparato per il Gruppo Misto del Senato, le differenze attuali tra Sud e resto d’Italia sono enormi a livello di reddito, occupazione, servizi di welfare e aspettativa di vita. Il numero di asili, di palestre, di consultori nelle regioni meridionali sono inferiori del 60-70% rispetto alle regioni del Nord.
Con furbizia normativa il governo ha fatto del disegno di legge sull’autonomia differenziata un “collegato” (pur non avendo alcun contenuto finanziario) alle legge di bilancio, garantendo così una corsia preferenziale alla sua approvazione, che non sappiamo se avverrà prima delle elezioni europee (dando uno strumento propagandistico in campagna elettorale) o dopo le elezioni (per evitare che si possa votare nel 2025 in caso di referendum).
L’autonomia differenziata va di pari passo con il disegno di legge costituzionale del governo sul “premierato”: una norma che impoverirà ulteriormente la rappresentanza e la democrazia, spostando ancora di più il potere politico sull’esecutivo e sull’uomo o sulla donna sola al comando. Il combinato disposto di premierato e autonomia differenziata può far deragliare la nostra democrazia verso l’autoritarismo e la divisione del Paese. Si tratta di progetti che vanno fermati, anche con il referendum, mobilitandoci e facendo sentire la nostra voce. E’ per questo che il 25 maggio manifesteremo a Napoli con la “Via Maestra”.