L’Italia è nel gruppo dei paesi occidentali che hanno maggiormente visto crescere la disparità di redditi e ricchezze negli ultimi decenni
Negli ultimi trent’anni le diseguaglianze – sia tra paesi, sia all’interno dei paesi – sono aumentate in modo rilevante. Si tratta di un problema di crescente rilievo in Europa e in Italia, che richiede un cambiamento nelle politiche economiche e sociali.
Le disuguaglianze sono il risultato di complessi processi economici e sociali e delle politiche realizzate; tuttavia, le misure delle diseguaglianze economiche in termini di reddito e ricchezza forniscono una buona approssimazione della situazione attuale.
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Guardando alle differenze del reddito disponibile (al netto di tasse e trasferimenti) tra le famiglie, Germania, Spagna, Grecia, Irlanda, Gran Bretagna, Italia, Polonia e Portogallo, così come Stati Uniti, Canada e Giappone, hanno attualmente valori molto elevati di diseguaglianza economica (l’indice di Gini, usato per questa misura, è vicino o sopra lo 0.30). La Svezia e la Danimarca sono invece i paesi con le minori diseguaglianze economiche.
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Durante gli ultimi due decenni praticamente tutti i paesi OCSE hanno visto crescere queste misure, con un aumento particolare di Stati Uniti, Finlandia, Norvegia, Germania, Portogallo e Italia.
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La crescita della quota di reddito del 20% più ricco della popolazione è stata la causa principale dell’allargarsi delle diseguaglianze in molti paesi. Negli ultimi venti anni l’aumento del reddito reale del 20% più ricco è stato doppio rispetto a quello del 20% più povero della popolazione in Finlandia, Svezia, Regno Unito, Germania e Italia, oltre che negli Stati Uniti (si veda OECD, Growing unequal? Income Distribution and Poverty in OECD countries, Parigi, OECD, 2008, pp.27-31).
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L’attuale recessione che segue alla crisi finanziaria internazionale del 2008 porterà a peggiorare ulteriormente le differenze di reddito, ad aumentare i problemi di disoccupazione e di povertà in Europa, rendendo ancora più alti i già elevati costi sociali delle disuguaglianze (si veda ILO, World of work report 2008. Income Inequalities in the Age of Financial Globalization, Ginevra, ILO, 2009).
La cause delle disuguaglianze
Le disuguaglianze di reddito e di ricchezza sono il risultato di diversi meccanismi, tra cui il funzionamento del mercato del lavoro, la dinamica dell’occupazione e dei salari delle diverse categorie professionali, la distribuzione del reddito tra salari, profitti e rendite, e altri fenomeni che sono stati influenzati dai processi innovazione tecnologica, globalizzazione dell’economia, liberalizzazione del mercato del lavoro. Un importante tentativo di analizzare questi fattori è stato realizzato dal progetto di ricerca “Inequality: mechanisms, effects, policies” (INEQ, finanziato dalla Commissione Europea), coordinato da Maurizio Franzini del CRISS, Centro Ricerche sullo Stato Sociale e dell’Università di Roma “La Sapienza”, coinvolgendo sei università e centri di ricerca europei e – in Italia – studiosi di cinque università (ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.criss-ineq.org).
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Dal punto di vista delle qualifiche professionali, la struttura dell’occupazione in Europa è andata verso una polarizzazione: sono aumentati i posti di lavoro di manager e professionisti con salari crescenti e quelli offerte a lavoratori non qualificati per lavori pagati sempre meno, mentre si sono ridotti gli occupati nelle fasce intermedie. Le differenze salariali sono così esplose, soprattutto nei paesi dove è più diffuso il lavoro precario (Italia, Spagna, Germania e Irlanda); anche in Europa troviamo oggi la categoria dei “working poor”, persone regolarmente occupate che hanno un reddito così basso da rimanere sotto la soglia di povertà.
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La distribuzione del reddito ha visto una forte riduzione della quota dei salari rispetto a profitti e rendite nella composizione del Pil. In molti paesi europei tale spostamento continua da trent’anni e dal 2003 oltre due terzi dei lavoratori europei hanno visto crescere i propri salari reali meno della loro produttività del lavoro.
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Se analizziamo l’evoluzione delle diseguaglianze nel lungo periodo, confrontando la posizione di generazioni diverse, troviamo quasi ovunque una limitata mobilità sociale; il reddito dei figli è strettamente legato al reddito dei padri e il ruolo del sistema educativo nell’offrire migliori opportunità di lavoro e più alti redditi appare estremamente limitato.
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La distribuzione del reddito tra i cittadini è influenzata dal ruolo dello stato attraverso la tassazione, la redistribuzione del reddito e l’accesso ai servizi pubblici. Mentre i meccanismi di mercato hanno aumentato le diseguaglianze, la capacità dell’azione pubblica di ridurle si è fatta meno efficace: si è ridotta la progressività delle imposte, sono state tagliate spese pubbliche, servizi di welfare e prestazioni sociali.
Un quadro dei principali risultati di questi studi è apparso nel numero speciale “Diseguaglianze” della rivista Meridiana, (n.59-60) ed è in uscita nel numero speciale “Mechanisms of inequality” della rivista International Review of Applied Economics (n.3, 2009). Sulla base dei problemi legati alle diseguaglianze economiche messi così in luce, emerge l’esigenza di un approccio integrato per intervenire in modo coordinato sulle diverse determinanti delle diseguaglianze. Di fronte alla crisi attuale, questo tema dovrebbe diventare un obiettivo centrale della politica economica dei singoli paesi e dell’Unione Europea.