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Germania: non è un voto contro i migranti

A differenza dell’opinione dominante nei media italiani il voto nei tre Länder tedeschi non è stato semplicemente un voto contro una politica di accoglienza dei migranti

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A differenza dell’opinione dominante nei media italiani, con l’onorevole eccezione del Sole24ore, il voto nei tre Länder tedeschi non è stato un voto su un singolo problema, e non è stato semplicemente contro una politica di accoglienza dei migranti. È ovvio che le destre sostengano che il popolo ha votato contro l’accoglienza; è anche ovvio che i centristi dicano che il voto tedesco insegna che va bene essere buoni, ma bisogna anche essere cauti. Non si capisce invece perché le sinistre non provino a guardare meglio ai fatti. Ne elenco qui di seguito alcuni, tratti dalla ricostruzione dei flussi elettorali commissionata dalla ARD, la confederazione delle emittenti pubbliche tedesche, e pubblicati da “Die Zeit”.

Il primo fatto è che la partecipazione è aumentata del 5-10%, arrivando a oltre il 70% nei due Stati maggiori, e ben più del 60 in Sassonia Anhalt: livelli che non si toccavano da vent’anni, nel caso del Baden Württemberg dal 1992, e un buon 50% in più rispetto al disastroso astensionismo del 2006. Per 12,6 milioni di elettori questo vuol dire circa un milione di votanti in più, con una mobilitazione che ha premiato certo più di tutti la Alternative für Deutschland, ma che ha toccato anche gli altri partiti; anche chi ha perso in percentuale spesso ha preso più voti che nelle elezioni precedenti. Quindi ragionare sulle percentuali serve a capire quali coalizioni si formeranno e chi governerà, ma non gli orientamenti dell’elettorato, che si è mobilitato sia contro sia a favore di politiche sensate sull’immigrazione.

Il secondo fatto è stata l’eccezionale intensità dei flussi tra tutti i partiti, non solo a favore del partito nuovo, la AfD, la quale inoltre ha preso una parte cospicua dei propri voti (tra il 17% e il 20% del proprio elettorato)dai partiti “altri”, ossia non i partiti maggiori, ma nella stragrande maggioranza piccoli o piccolissimi partiti di destra, come ha fatto notare “Die Zeit”. Si pensi che nel Baden Württemberg (BW) i Verdi, che hanno vinto aumentando di più di 400.000 voti, hanno avuto un elettorato che solo per il 47% li aveva votati alle precedenti elezioni, e hanno preso voti dalla CDU, dalla SPD, e dagli astenuti precedenti, 168.000. Nella Renania Palatinato (RP) la SPD, che ha vinto guadagnando più di 100.000 nuovi votanti, ha avuto un elettorato che solo per il 54% aveva votato il partito nelle elezioni precedenti, e ha preso 95.000 voti dai precedenti astenuti. Qui persino la CDU, che ha perso pur acquisendo 30.000 voti in più, ha avuto 87.000 voti dai precedenti astenuti. L’elettorato fedele non ha superato il 61% dei voti complessivi ottenuti da questo partito. Nello stesso tempo questi partiti hanno anche perso molti voti verso le altre scelte possibili, partiti vari, tra cui non trascurabile la FDP, e astensione. La dimensione del rimescolamento dice che ogni lettura fondata sul presupposto che ci fosse un solo problema al centro della contesa è falsa.

Il terzo fatto è che tuttavia sul problema dell’accoglienza verso i migranti le scelte in proposito fatte da chi ha vinto e da chi ha perso hanno contato esattamente al contrario di quanto si è detto in Italia. Ha vinto il verde Kretschmann in Baden Württemberg e la socialdemocratica Dreyer in Renania Palatinato; ed entrambi si erano schierati a favore della linea Merkel. Hanno perso i due cristiano-democratici Wolf nel primo stato e Julia Klöckner nel secondo, ed entrambi nell’imminenza delle elezioni avevano preso le distanze dalla linea della Cancelliera. In BW, dove la CDU ha veramente perso, mezzo milione tondo di voti in meno, quei voti sono andati sì a AfD (190.000), ma anche a Verdi (168.000) e FDP (129.000).

Il quarto fatto da tener presente sull’orientamento in prospettiva dei tedeschi è che l’attrazione della AfD sui giovani che votavano per la prima volta è stato il più basso rispetto agli altri partiti. Nel loro elettorato i giovani sono il 4,3% in BW, 4,1% in RP, e il 2,9 in Sassonia Anhalt, lo stato dove hanno avuto il massimo successo. Nello stesso ordine l’elettorato giovane rappresenta il 6,2%, 6,0% e 3,3% per la SPD; e il 6,2%, 12,0%, e 6,9% per i Verdi. L’unico partito che ha complessivamente la stessa percentuale della AFD è la CDU, che è anche un partito con una base elettorale più vecchia degli altri, come si vede dalla percentuale degli elettori morti tra il 2011 e il 2016 (168.000, l’8,6 in BW, e il 9,6 in RP).

Infine bisogna considerare l’intreccio tra risposta all’appello di AfD e la situazione socio-economica dei singoli Länder. La Renania Palatinato è uno Stato di media grandezza, con circa 4 milioni di abitanti, una densità di 200 per km2, un Pil pro capite di circa 32.000 euro, e un tasso di disoccupazione del 5,5%, il terzo migliore in Germania. Qui i socialdemocratici hanno aumentato i propri voti in assoluto e in percentuale, a spese della CDU, e attingendo notevolmente al bacino dell’astensionismo. Da quest’ultimo è venuto anche circa un terzo dei voti ottenuti dall’AfD, che ha raggiunto il 12,6%. Il Baden Württemberg è uno degli Stati maggiori, con 11 milioni di abitanti, 300 per km2, disoccupazione al 4%, e terzo Stato più ricco dopo Amburgo e la Baviera. Qui, in uno Stato tradizionalmente guidato dalla CDU, i verdi sono diventati da secondo il primo partito, aumentando in voti e in percentuale. l’AfD ha preso il 15%, di cui il 28% proveniente dall’astensionismo precedente, ma anche, in maniera cospicua, dai verdi, dall’SPD, e un po’ dalla CDU. Non indico numeri precisi, ma è chiaro, qui come negli altri casi, che c’è stato un notevolissimo trasferimento di elettori in ogni direzione, non solo verso la AfD.

Infine, la Sassonia Anhalt, un Land che attualmente è arrivato a circa 2.2 milioni di abitanti, dai 2.9 che aveva nel 1990, avendone persi circa 135.000 ogni cinque anni (prevista un’ulteriore caduta di 100.000 ogni cinque anni fino al 2030), con densità di 109 per km2, disoccupazione al 10.8%, Pil di circa 20.000 euro (la Calabria è a 16.000). Qui la AfD ha raggiunto il 24% dei votanti, costituito per il 37% da precedenti astenuti. La Sassonia Anhalt è stato per molti anni il peggiore punto di crisi della ricongiunta Germania dell’est, e il Land più povero. Dalla fine degli anni ’90 fino al 2005 il tasso di disoccupazione ha toccato il 20%; poi è seguita una rapida caduta, dovuta anche al fatto che i disoccupati sono massicciamente emigrati verso la Germania renana.

Una conclusione ovvia può essere che forse le scelte economiche e le politiche sociali sono la sostanza che sta dietro l’insensato dibattito sulle politiche dell’immigrazione. Una seconda conclusione è già apparsa sulla stampa tedesca sotto forma di ammonimento ai partiti di massa di preoccuparsi di quel grave rischio per la democrazia che è l’astensione. Questo non vuol dire che l’esito del voto non debba destare preoccupazione, vuol dire però spostare lo sguardo, e avere senso delle proporzioni. Il lettore può immaginare che cosa diremmo se in entrambi i due Länder maggiori che sono andati al voto la Afd avesse raggiunto percentuali tali da ottenerne il governo, che è quello che da molti anni è avvenuto in Lombardia e in Veneto; e potrebbe anche ricordarsi, quel lettore, della percentuale di voto al 38% delle regionali 2014 in Emilia Romagna.