L’ordine neoliberale globale ed europeo è entrato in una policrisi, intesa come una serie di shock che si alimentano a vicenda con crescente complessità. L’EuroMemorandum 2023 (tradotto e scaricabile qui) analizza le dinamiche, critica le politiche dell’UE e propone alternative radicali. Una sintesi.
Prospettive macroeconomiche e costo della vita
Per l’undicesimo anno consecutivo, Sbilanciamoci traduce l’EuroMemorandum, il documento di analisi critica delle politiche economiche europee, pubblicato dall’EuroMemoGroup – una rete di economisti e scienziati sociali fondata nel 1995 e votata alla definizione di una politica economica europea alternativa.
Di seguito un primo estratto dall’EuroMemorandum 2023 sulle prospettive macroeconomiche e sull’aumento del costo della vita.
L’ordine neoliberale globale ed europeo è entrato in una policrisi, intesa come una serie di shock che si alimentano a vicenda con crescente complessità. Prendendo spunto dall’Emissions Gap Report dell’UNEP, secondo cui il tempo dei cambiamenti incrementali è finito e solo una trasformazione economica radicale può salvare l’umanità dal disastro, l’EuroMemorandum 2023 analizza la policrisi che l’Europa si trova ad affrontare, critica le politiche dell’UE e propone alternative radicali.
Il 2023 sarà un anno difficile perché l’UE non è preparata ad affrontare la policrisi. Le seguenti politiche macroeconomiche alternative sono urgentemente necessarie.
- Il cuore della politica macroeconomica dell’UE dovrebbe essere un grande programma di investimenti pubblici per promuovere una trasformazione ecologica e sociale.
- Il problema dell’inflazione dovrebbe essere affrontato, invece che con aumenti dei tassi di interesse, attraverso una politica fiscale che preveda tagli selettivi alla tassazione indiretta di beni e servizi essenziali, una tassazione più elevata per particolari settori e fasce della popolazione, il controllo dei prezzi in settori di importanza strategica (energia, affitti, generi alimentari di prima necessità), il sostegno alle famiglie a reddito medio-basso colpite dalla crisi del costo della vita e alle imprese che stentano a far fronte all’aumento delle bollette energetiche.
- L’aumento della spesa pubblica dovrebbe essere finanziato attraverso l’aumento delle imposte sul reddito e sulla ricchezza delle grandi imprese e degli individui con un elevato patrimonio netto, oltre che sugli extraprofitti dei fornitori di energia e di altri produttori, nonché del settore finanziario.
- La spesa pubblica può essere finanziata anche attraverso un prestito comune basato sul principio di solidarietà. L’esperienza positiva di questo aspetto della Next Generation EU ne indica la fattibilità.
- Il bilancio comune dell’UE deve essere ampliato. Il 5% dell’RNL dell’UE è il tasso minimo richiesto dalle circostanze attuali.
- Il PSC rivisto non prevede un trattamento preferenziale per gli investimenti verdi, né un riferimento a indicatori oltre al PIL che tengano conto degli obiettivi sociali e ambientali. Questo aspetto dovrebbe essere corretto.
- Il mandato della BCE dovrebbe essere ampliato per includere la piena occupazione oltre all’inflazione, mentre l’obiettivo del 2% di inflazione deve essere innalzato per adattarsi a una politica fiscale basata sulle necessità.
- La governance economica dell’UE dovrebbe essere inserita in un quadro di partecipazione democratica, in cui il Parlamento europeo partecipi al processo decisionale, controlli l’attuazione e chiami la Commissione europea e la BCE a rispondere delle loro azioni.
I salari reali diminuiranno in media del 6,5% nel 2022 e nel 2023; le prestazioni sociali non sono state adeguate per compensare l’aumento dell’inflazione. Inoltre il paniere di consumo delle famiglie a basso reddito le rende particolarmente vulnerabili agli aumenti dei prezzi di energia, generi alimentari e affitti. Ciononostante, la svalutazione dei salari riguarda tutti i lavoratori dipendenti, aumentando il rischio di impoverimento.
La crisi del costo della vita aggiunge un ulteriore livello a una crisi di maggiore ampiezza e durata, quella della riproduzione sociale. La vita quotidiana non comporta solo difficoltà nel coprire le bollette dell’energia e i conti del supermercato, nel rimborsare i prestiti, nel pagare le tasse, ecc., ma anche nell’ottenere accesso ai servizi sociali essenziali che sono stati erosi dall’austerità e dalla privatizzazione (sanità, assistenza all’infanzia, assistenza a lungo termine e istruzione).
Gli sviluppi della politica sociale dell’UE sono stati contraddittori. Importanti sviluppi relativamente progressisti includono il Piano d’azione del Pilastro europeo dei diritti sociali, la direttiva sui salari minimi adeguati, la proposta della Commissione europea per una raccomandazione del Consiglio su un reddito minimo adeguato e la Strategia europea di assistenza. Tuttavia, questi non sono compatibili con la posizione di politica economica analizzata nel primo capitolo.
L’EuroMemorandum Group richiede l’attuazione delle seguenti politiche sociali alternative:
- Gli aumenti salariali e i meccanismi di indicizzazione dei salari, soprattutto di quelli bassi, dovrebbero essere prioritari nelle agende politiche e di contrattazione collettiva.
- La disconnessione delle famiglie dalle reti energetiche dovrebbe essere vietata.
- L’accesso ai servizi e ai beni pubblici essenziali dovrebbe essere parte di un approccio basato sui diritti, per garantire che i bisogni della popolazione siano effettivamente soddisfatti. Gli investimenti nelle infrastrutture e nei servizi pubblici sono un mezzo per affrontare l’immediata crisi del costo della vita e per raggiungere gli obiettivi sociali e ambientali a lungo termine.