Top menu

Dimissionari e licenziati

For sale/Pubblichiamo l’inizio del capito­lo XXIV del romanzo del 1965 A proposi­to di una macchina di Giovanni Pirelli. Il tema è l’introduzione di una gigantesca macchina tessile, il Vanguard, che diso­rienta gli operai.

«Dice nella sua prima parte un rapporto di Zanotti, sincero fino all’autolesionismo, indirizzato alla CdL ma in precedenza distri­buito ai membri della Commis­sione interna, “riservatissimo”: L’abilità e il tempismo della dire­zione aziendale ha paralizzato la nostra CI in tutta la fase inizia­le della vertenza testé conclusa. Poche ore prima della chiusura di ferragosto, come a suo tempo comunicato, fu resa nota l’intera cifra di 320 “esuberanti”, da licen­ziare “con la gradualità che le ra­gioni sociali e umane impongo­no”. Tutti i 320 già designati ed elencati in ordine alfabetico. L’elenco era segreto, salvo che so­no venute fuori abbastanza indi­screzioni. Secondo me era la stes­sa direzione che sceglieva le indi­screzioni per ottenere certi suoi scopi che si possono capire. Un primo gruppo di licenziamenti – prosegue il rapporto – sono stati recapitati a domicilio mentre ci trovavamo in ferie; gruppo limi­tato a una dozzina di nominati­vi dalla A alla AM, tanto per crea­re il fatto compiuto, per dirci chiaro e tondo che non stavano ad aspettare le nostre reazioni… Dopo il rientro dalle ferie, quan­do eravamo sul punto di dare ese­cuzione a un piano di agitazioni settoriali, la direzione che intan­to aveva licenziato fino alla D, ci ha preso di contropiede, inviando al domicilio di ciascuno, nes­suno escluso, l’offerta di una li­quidazione speciale (incrementa­ta dal trenta al cinquanta per cento a seconda dell’anzianità) per chi si presentava “dimissio­nario”. Il meccanismo era il se­guente: per ogni “dimissiona­rio” veniva depennato un nome dalla lista degli “esuberanti”, a sorteggio, però il sorteggio lo fa­cevano loro… La nostra Commissione interna si era 1) fatta cogliere di sorpresa; 2) mossa in ritardo e con troppe incer­tezze. Di fronte poi a questa novità che creava un’enorme confusione, essa non riusciva ad assumere una linea coerente. Partita da una posizione di rigida intran­sigenza (si veda il volantino all.I, NO AI LICENZIAMENTI), a poco a poco si ade­guava alla situazione di fatto».

Quello che precede è l’inizio del capito­lo XXIV del romanzo del 1965 A proposi­to di una macchina di Giovanni Pirelli. Il tema è l’introduzione di una gigantesca macchina tessile, il Vanguard, che diso­rienta gli operai. Giovanni Pirelli (1918-1973) era stato giovane ufficiale de­gli alpini in guerra e poi commissario po­litico della 90ma Brigata Garibaldi in Val Chiavenna, con il nome di Pioppo. In pa­ce aveva rifiutato il suo ruolo di capo pre­destinato alla Pirelli e l’intero modello dello sfruttamento capitalistico. Il suo la­voro di intellettuale socialista è culmina­to con la pubblicazione (con Piero Malvez­zi) delle Lettere dei condannati a morte della resistenza italiana ed europea e del­le opere di Frantz Fanon.