La riforma del 2011 non è riuscita né a creare occupazione, rimandando il naturale turnover, né a garantire i giovani. Ha creato solo esodati e preparato una “bomba sociale” in arrivo. Sarebbe ora di affrontare i nodi di equità irrisolti anche dalle toppe delle Quote.
Autori Sezioni: Felice Roberto Pizzuti
Il Mes o una nuova agenda europea
Il Mes nasce dalla visione di rigorismo controproducente che ha frenato il processo unitario e anche la sua versione aggiornata sembra senza condizioni solo per un primo periodo. Tuttavia l’Europa sta mettendo in campo strumenti di sostegno innovativi e potenti.
Se serve una pandemia per imparare la lezione
L’emergenza coronavirus mostra che i tagli alla sanità pubblica pregiudicano l’intero sistema socioeconomico. Il blocco della produzione rivela l’indispensabilità di ammortizzatori sociali che solo il welfare può offrire. E la visione di un’Europa fondata sull’austerità appare sempre più incongrua.
Il senso comune economico che non ci fa cambiar strada
Per sterilizzare gli aumenti dell’Iva servono 23 miliardi, ma almeno parte di questi soldi servirebbe per investimenti e welfare, mentre basterebbe rimodulare le aliquote per non impattare sui consumi. E anche sul cuneo fiscale servirebbe più lungimiranza.
I nodi economici del governo
Se con la prossima manovra si vuole avviare il “cambiamento” a favore di crescita ed equità, ma gli spazi operativi sono limitati. E destinare 23,2 miliardi a reiterare il blocco dell’aumento dell’IVA, non è la priorità.
Siamo proprio sicuri che serva una manovra correttiva?
Se in meno di due-tre mesi l’Italia e l’Europa registrano un crollo così evidente della crescita, forse c’è qualcosa di più grave e profondo che l’Europa prima e l’Italia dopo devono affrontare. il manifesto
Il ritorno in auge della “austerità espansiva”
O. Blanchard e J. Zettelmeyer, in un recente articolo nel valutare la Nadef 2018 ripropongono la logica della “austerità espansiva”, sostenendo che oggi nel nostro Paese si verificherebbe il suo reciproco, la “espansione fiscale restrittiva”. Una polemica vecchia e pericolosa per la stessa tenuta della Ue.
Pensioni, disinnescare la bomba sociale
Visti i tagli all’assegno è ragionevole pensare che le adesioni a “quota 100” non potranno riguardare una parte consistente della platea potenziale. Inoltre per disinnescare la bomba sociale futura bisognerebbe iniettare nei giovani ed ex giovani di oggi qualche rassicurazione per il loro futuro. Altrimenti si corre il rischio di non ottenere neanche un effetto […]
La lezione di Genova per imprenditori e Stato
La tragedia del ponte Morandi, al netto dell’accertamento delle responsabilità di Autrostrade, deve servire per ripensare i rapporti tra Stato e mercato perché è evidente che le regole fin qui adottate portano a deresponsabilizzazione dei controllori e a posizioni di rendita.
La favola brutta della Fornero immutabile e dell’invasione
Non è vero che non si può abbassare l’età pensionabile a 64 anni. Costa 9 e non 18 miliardi. Molti interventi ridurrebbero la precarietà delle nostre vite. E senza mettere in contrapposizione ex giovani e anziani o lavoratori stranieri con italiani. Dagli stranieri 5 miliardi annui di saldo attivo.