La crisi dell’auto sta mettendo a rischio uno dei settori più importanti e impattanti dal punto di vista economico, occupazionale e ambientale. E il percorso stesso della transizione verde. Il nuovo podcast dell’Alleanza Clima Lavoro, a cura di Massimo Alberti, esplora cause e vie d’uscita dalla crisi.
Crisi di mercato e di vendite, scioperi e mobilitazioni sindacali contro chiusure di stabilimenti, cassa integrazione e licenziamenti, investimenti mancati o sbagliati da parte delle imprese, giravolte e speculazioni politiche. In Italia e in Europa, nel volgere di pochi mesi, sono maturate le condizioni di una tempesta perfetta sull’automotive, uno dei settori più impattanti, strategici e rilevanti in termini ambientali, industriali e occupazionali.
La settima puntata del podcast “A qualcuno piace verde” dell’Alleanza Clima Lavoro, curato da Massimo Alberti, ripercorre gli “eventi avversi” che si sono susseguiti e concatenati da inizio settembre fino a oggi, indagando le ragioni di questa crisi e decostruendo pezzo per pezzo la narrazione distorta che si sta affermando su di essa nel dibattito pubblico e nelle sedi istituzionali a livello nazionale ed europeo.
Parte delle forze politiche a Roma e a Bruxelles insieme ad alcuni Governi, in testa quello italiano, addossano infatti le ragioni della crisi al Green Deal e alla transizione all’auto elettrica. Affermano la volontà di riscrivere la normativa comunitaria sulle emissioni dei veicoli, allentandone le maglie per fare spazio alla “neutralità tecnologica” e alla sopravvivenza del motore endotermico – destinato alla scomparsa dal 2035 – con i biocarburanti e i carburanti sintetici.
Dal canto loro i produttori auto europei piangono miseria. Per anni hanno registrato utili da record e staccato dividendi a nove zeri ai propri azionisti, puntando sulla rendita finanziaria piuttosto che sugli investimenti e scegliendo di fabbricare veicoli di alta gamma piuttosto che veicoli “mass market”, con margini di profitto più bassi ma con una capacità di penetrazione sul mercato europeo estremamente più alta.
Ora i carmakers denunciano la concorrenza sleale della Cina e minacciano la chiusura delle fabbriche, opponendosi alle scadenze del Regolamento Ue sulle emissioni e, in particolare, alle multe previste dal 2026 per le case automobilistiche inadempienti rispetto ai target di riduzione delle emissioni medie di anidride carbonica delle vetture immesse sul mercato.
Nel mezzo di questa narrazione sulla crisi dell’auto che punta il dito contro la transizione ecologica c’è il destino delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, in Italia e in Europa. Il podcast dell’Alleanza Clima Lavoro racconta un’altra storia.
Gli interventi di Annamaria Simonazzi (Fondazione Brodolini), Andrea Di Stefano (giornalista economico), Monica Frassoni (European Alliance to Save Energy), Andrea Boraschi (Transport&Environment) e Maurizio Oreggia (FIOM-CGIL) fanno chiarezza sulle cause e sulle responsabilità della crisi dell’automotive e indicano una via d’uscita per il rilancio del settore.
La strada è quella della giusta transizione, con scelte politiche e risorse volte a promuovere una saldatura tra obiettivi di tutela dell’occupazione e di contrasto ai cambiamenti climatici, senza che vengano sacrificati entrambi, come avviene oggi, sull’altare di un modello di sviluppo socialmente iniquo e ambientalmente dannoso.
Ascolta il settimo episodio del podcast!