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Il lavoro non è un mercato
Le politiche di austerità e di precarietà espansiva hanno improntato la politica economica europea attuata quasi in contemporanea nei vari paesi. L’esito è stato che i debiti sono aumentati, la crescita del reddito si è azzerata e quella dell’occupazione è divenuta negativa
“Ci vogliono le riforme” I ritornelli “sempreverdi”
Il lavoro non è un mercato/Il mercato del lavoro è il settore più «riformato» che ci sia, uguagliato forse solo dalla previdenza. Eppure siamo qui a parlarne tutti i giorni, come se si trattasse di qualcosa rimasto immutato da un secolo
Cambiamento dei salari nominali
Il lavoro non è un mercato/ Il mantenimento di uno stabile livello generale dei salari monetari è, tutto sommato, la politica più consigliabile per un sistema chiuso; mentre la stessa conclusione varrà per un sistema aperto, purché l’equilibrio con il resto del mondo possa essere assicurato mediante fluttuazione dei cambi.
Austerity, diabolico perseverare
Le prospettive di crescita dell’Eurozona appaiono fosche perché il proseguimento delle politiche di austerity prefigura un ulteriore avvitamento della spirale recessiva
La dittatura dello spread
Addio a Gian Vaccarino. Economia, utopia e sax
Lutto al manifesto. Addio Gian Vaccarino. Economista brillante, allievo di Claudio Napoleoni, professore all’università di Torino, sassofonista, fondatore della rivista L’Indice e presidente dell’Istituto Gramsci di Torino
Europa, una minaccia credibile per cambiare rotta
Regole fiscali, austerity, pareggio di bilancio in Costituzione. E, dopo l’Ecofin di Milano, arriva un diretto controllo europeo sull’attuazione delle riforme su giustizia, mercato del lavoro e burocrazia. Un continuo rialzo della posta a cui non corrisponde alcuna proposta politica di rilancio e integrazione dell’Europa
Il “Mea culpa” del Fmi
Diabolico perseverare/L’austerità non rimette a posto i conti pubblici e non diminuisce neppure il rapporto tra debito pubblico e Pil
I ripensamenti a metà della Bce
Diabolico perseverare/Secondo Draghi le stime della disoccupazione strutturale sono circondate da considerevole incertezza e la sua dimensione è sovrastimata
