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Gjader: spreco di soldi e diritti umani violati

Missione di monitoraggio del Tavolo Asilo e Immigrazione in Albania, cui ha partecipato la campagna Sbilanciamoci!. Il centro italiano per migranti di Gjader conferma criticità strutturali, violazioni dei diritti umani e spreco di risorse pubbliche. Chiesto al governo lo stop al protocollo Italia-Albania.

Il Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI), in collaborazione con il Gruppo di Contatto Parlamentare – composto da parlamentari di Camera, Senato ed eurodeputati – ha svolto il 28 ottobre una nuova missione di monitoraggio in Albania, presso il centro di Gjader, struttura di detenzione realizzata dal Governo italiano nell’ambito del Protocollo Italia–Albania, in cui vengono trattenute persone trasferite dai Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) italiani in attesa di rimpatrio. Ha partecipato alla missione anche la campagna Sbilanciamoci! che in occasione della discussione della Legge di Bilancio 2026 sta promuovendo in tutta Italia una carovana di iniziative per un’economia di pace.

La missione, alla presenza dei/le parlamentari Matteo Orfini, Rachele Scarpa e Riccardo Magi, si è svolta in un momento di particolare rilievo politico e giuridico, a seguito dell’ordinanza n. 23105/2025 della Corte di Cassazione, che ha disposto un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE). La Suprema Corte ha chiesto alla CGUE di valutare se il Protocollo Italia–Albania sia compatibile con la Direttiva europea sui rimpatri (2008/115/CE), sottolineando che il trattenimento in Albania avviene in un Paese terzo non membro dell’UE e potrebbe quindi non rispettare le garanzie e i limiti stabiliti dal diritto europeo in materia di privazione della libertà personale.

Durante la visita il TAI ha potuto acquisire informazioni aggiornate: da agosto i trasferimenti dall’Italia proseguono regolarmente, circa ogni due settimane, con un aumento a una frequenza settimanale da ottobre; l’ultimo identificativo assegnato è il n. 219; attualmente sono presenti 25 persone, con una media stabile di 20 e un minimo registrato di 12.

Un quadro che solleva forti perplessità sul piano dei diritti e sui costi di una struttura costruita e mantenuta con ingenti risorse pubbliche, ma utilizzata solo in minima parte: un vero e proprio spreco di denaro pubblico a fronte di risultati inconsistenti e di gravi ricadute sui diritti delle persone coinvolte.

Circa il 70% delle persone trattenute è stato riportato in Italia per mancata convalida del trattenimento, mentre il restante 30% riguarda casi di non idoneità o rimpatri disposti dall’Italia. Si tratta, nei fatti, di trattenimenti privi di base legale, in violazione della Direttiva rimpatri e della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha già condannato l’Italia per pratiche analoghe di privazione arbitraria della libertà personale.

Ulteriori elementi di criticità riguardano la mancanza di trasparenza nei trasferimenti: gli ultimi sono avvenuti in aereo da Torino, quindi non monitorabili dalla società civile, mentre i ritorni verso l’Italia continuano via mare, in orari notturni, senza garanzie di tracciabilità e monitoraggio indipendente.

Le persone trattenute provengono principalmente da Algeria, Marocco, Senegal e Costa d’Avorio, con la presenza di un cittadino siriano e uno sudamericano. È stato inoltre rilevato che alcune persone assumono psicofarmaci, che sembrano essere proposti a molti trattenuti, sollevando gravi preoccupazioni sulle condizioni psico-fisiche e sulle modalità di assistenza sanitaria all’interno della struttura.

Il monitoraggio conferma criticità strutturali e gravi violazioni dei diritti umani, come già evidenziato dalla Corte di Cassazione nel suo rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. A distanza di mesi dall’apertura del centro, il sistema appare fallimentare sotto ogni profilo: giuridico, umano, gestionale ed economico.

Il Tavolo Asilo e Immigrazione e i/le parlamentari presenti chiedono al Governo italiano di:

  1. Sospendere immediatamente i trasferimenti verso Gjader;
  2. Garantire piena trasparenza e accesso alle informazioni su criteri, modalità e costi del trattenimento;
  3. Cancellare il Protocollo Italia–Albania – con conseguente chiusura dei centri – che si configura come insostenibile, costoso e in contrasto con i principi fondamentali dello Stato di diritto e della tutela dei diritti umani.

“La missione di ieri – dichiarano i rappresentanti del Tavolo Asilo e Immigrazione – conferma l’illegittimità di un modello che priva le persone della libertà senza prospettiva né garanzie. Chiediamo al Governo di sospendere immediatamente i trasferimenti verso Gjader e di rispettare pienamente il diritto europeo e i diritti fondamentali delle persone migranti”.
“Nella fase in cui si discute la Legge di Bilancio 2026 – ricorda Sbilanciamoci! – la conferma degli stanziamenti destinati a mantenere attivo il centro di Gjader è un esempio clamoroso di inutile dispendio delle risorse pubbliche”.