Si può individuare un filo rosso dell’Altra Cernobbio: la centralità della salute, per suturare le ferite della guerra, dell’emergenza climatica, della crisi economica successiva alla pandemia. Nei video e nelle foto di Arci-Ecoinformazioni la due-giorni di discussione da cui scaturiranno le proposte della società civile.
Dall’accelerazione della crisi climatica, agli effetti delle guerre e delle crescenti tensioni geopolitiche, fino alle sfide della transizione energetica e digitale: sono gli stessi i problemi di partenza delle discussioni seminariali che si sono svolte sia al forum Ambrosetti di Cernobbio che all’Altra Cernobbio organizzata dalla campagna Sbilanciamoci! e dall’Arci di Como. Vicini ma lontani, quest’anno ancora di più visto che il forum alternativo si è dovuto addirittura spostare sull’altra sponda di quel ramo del lago per il divieto del sindaco di Cernobbio a una vicinanza maggiore tra i due eventi in ragione di fantomatiche questioni di “ordine pubblico”. Stessi temi ma un approccio sicuramente distante, questo sì, e molto di più che spazialmente. Differenti, per non dire opposte, sono risultate le visioni e le risposte da dare alle sfide globali del futuro, anche il futuro più prossimo: a partire dalla legge di bilancio attualmente in gestazione o dall’implementazione delle missioni del Pnrr, o ancora dall’impronta da dare alla riforma fiscale.
A Cernobbio si è visto sfilare metà governo, anche se non la premier Giorgia Meloni. A Como non è stato invitato alcun politico. L’unico relatore comune ai due forum è stato l’economista e statistico Enrico Giovannini, già ministro tecnico dei governi Letta e Draghi, tornato ora a svolgere un ruolo nel terzo settore come direttore scientifico di Asvis, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
Il filo rosso che ha legato l’intensa due-giorni di tavole rotonde aperte dell’Altra Cernobbio – 12 ore filate di discussioni, 47 interventi – quest’anno è rintracciabile attorno alla parola “salute”, intesa come salute delle persone, come difesa e rilancio del sistema sanitario pubblico e universalistico, messo in seria compromissione da decenni di tagli lineari e appalti ai privati, ma anche come salute dell’ambiente, della società e del nostro sistema democratico (i video delle 6 sessioni di incontri a Como e una carrellata di foto di Beatriz Travieso Perez e Carlo Pozzoni dal sito di Ecoinformazioni). Per questo e su questo l’Altra Cernobbio si collega – anche nel nome: “La strada maestra” – all’appuntamento della grande manifestazione convocata a Roma per il 7 ottobre, lanciata dalle associazioni, anche quelle aderenti a Sbilanciamoci!, e dalla Cgil in difesa dei principi della Costituzione repubblicana.
Si tratta di recuperare “un approccio sistemico ai problemi, un quadro di proposte generale da declinare sui territori, usando le connessioni tra noi”, ha detto Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Pace e Disarmo. “Perché anche lavorare per la pace non significa limitarsi a dire sì o no alle armi – ha aggiunto – bisogna uscire dal ghetto del solo disarmismo, la pace è cercare altri tipi di sicurezza, sul lavoro, dell’ambiente, della salute”.
A partire dal tema della salute si è anche parlato della necessità della ripresa del conflitto, non dello scontro ma del conflitto, della vertenzialità anche contrattuale e per mettere argine alle asimmetrie del potere, e perché non sono le soluzioni “tecniche”, ma quelle politiche, che vanno cercate. E’ l’approccio del segretario della Fiom Michele De Palma, ma anche quello che nasce dallo sguardo internazionale sugli obiettivi Onu del Millennio di Nicoletta Dentico, dalle battaglie sulla sanità lombarda di Vittorio Agnoletto o da don Virginio Colmegna di Milano e da don Giusto Della Valle di Como.
Molto apprezzato e ripreso nelle riflessioni, è stato proprio l’intervento di don Virginio Colmegna della Casa della Carità di Milano, che ha messo in guardia l’intero Terzo settore da errori di “prestazionismo”, di rimanere cioè invischiati in logiche di sussidiarietà di servizi che dovrebbero invece essere e rimanere pubblici e universali. “Vedo – ha detto il sacerdote – rinascere istituzioni totali e modelli prefissati, protocolli, co-progettazione delle rette, divisioni, categorie, mentre bisogna riscoprire l’innovazione, la sperimentazione, il mutualismo sempre con al centro la persona”. “Certo dobbiamo sopravvivere, le rette sono importanti ma cercano di ingabbiarci nel privato sociale e invece serve un’ottica longitudinale di interconnessioni, serve ritrovare una cultura basagliana e un approccio alla salute di comunità”. Dunque il Terzo settore deve sottrarsi a una logica di pura sopravvivenza e alla fine “elemosiniera” che rischia di creare solo servizi di serie B, pagati diversamente e non vissuti come diritti. In questo senso i partecipanti all’Altra Cernobbio di Como hanno indicato un percorso, che si riconosce nella piazza della manifestazione nazionale a Roma del 7 ottobre e che continui prima e dopo.
“Dall’altra Cernobbio – sintetizza infatti Giulio Marcon portavoce di Sbilanciamoci! – emerge forte il messaggio di un impegno dei movimenti sociali per fare della Costituzione un programma politico per la pace, l’ambiente, il lavoro, i diritti. Ci attende un autunno di mobilitazioni e di impegno, a partire dalle manifestazioni del 7 ottobre e degli studenti e dalla discussione della legge di bilancio”.
Sempre per “una sana e robusta Costituzione”.