Non saranno le armi in sé a risolvere il conflitto, bisogna ridare ruolo all’Onu grazie a un nuovo protagonismo italiano e europeo: così Silvia Stilli dell’Associazione ong italiane conferma l’adesione alla manifestazione del 5 a Roma.
Per porre fine al conflitto in Ucraina bisogna “trattare”, grazie a “un nuovo protagonismo italiano ed europeo” e “ridando un ruolo all’Onu”, nella consapevolezza che “non saranno le armi in sé a risolvere il conflitto”: così all’agenzia Dire Silvia Stilli, portavoce dell’Associazione delle ong italiane (Aoi). Il network ha aderito alla manifestazione per la pace in programma a Roma il 5 novembre.
Rispetto all’ipotesi di una guerra di lunga durata, con il governo dell’Italia e la Nato impegnati nell’invio di armi a Kiev, Stilli sottolinea: “Ci si deve sedere al tavolo della trattativa e questo va fatto con un
nuovo protagonismo europeo e italiano e ridando un ruolo alle Nazioni Unite”.
Secondo la portavoce di Aoi, “una prosecuzione del conflitto a oltranza non fa bene né agli ucraini, né a noi, né ai Paesi più poveri del mondo”. Il conflitto sta infatti drenando risorse anche dal sistema della cooperazione, penalizzando aree extra-europee già svantaggiate. “L’Italia deve impegnarsi molto
per far fronte all’emergenza ucraina e finora non è stato fatto abbastanza” dice Stilli. “Noi andiamo e veniamo dall’est Europa e vediamo che la situazione sta peggiorando, anche ai confini con la Romania e con la Polonia”.