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Partita male, finita peggio

Alla fine la Legge di bilancio risulta una pezza a colori: oltre all’espropriazione delle prerogative democratiche del Parlamento, le previsioni di crescita sono inattendibili (e già sono state ridotte dall’1,5% all’1% in poche settimane) e con la spada di Damocle dell’aumento dell’IVA la manovra risulta un oggetto non identificato. Recessiva per il 2020-21 per ammissione […]

Cala il sipario sulla legge di bilancio per il 2019. Un disastro la trasparenza, la correttezza delle procedure, l’attendibilità delle stime. Un pasticcio l’accordo con l’Europa. Una pezza a colori l’insieme delle misure che segnalano solamente una cosa: l’assenza di un minimo di strategia coerente per far ripartire il Paese.

Non si era mai visto un parlamento espropriato così sfacciatamente delle sue prerogative. Il Senato quest’anno non si è occupato della legge di bilancio e la Camera, in terza lettura, non ha toccato palla. I pentaleghisti hanno così realizzato il sogno della riforma (bocciata dagli italiani) di Matteo Renzi: rendere inutile il Senato.

E’ un epilogo indecente per la democrazia parlamentare.

Ridicolo è stata poi la vicenda del confronto con le istituzioni europee. Dopo le parole grosse di Salvini e soci, la manovra (il maxi emendamento) è stata scritta a Bruxelles e tutto è passato sotto silenzio. Nessun nodo è stato sciolto: anzi la situazione si aggrava nei prossimi mesi. Tutto è rinviato al 2019. Le previsioni di crescita sono inattendibili (e già sono state ridotte dall’1,5% all’1% in poche settimane) e la spada di Damocle dell’aumento dell’IVA fanno di questa manovra un oggetto non identificato. Per il 2020-21 è una manovra recessiva e lo ammette anche il governo. Altro si sarebbe potuto fare, come evidenziato da Sbilanciamoi con la sua controfinanziaria (https://sbilanciamoci.info/la-contromanovra-sbilanciamoci-2019-e-on-line/).

Sulle misure principali (Quota 100 e Reddito di cittadinanza si sa poco: aspettiamo i decreti). Si sa che avranno meno risorse. Ma si sa – soprattutto – che saranno falcidiati (ben 3 miliardi in meno) gli investimenti pubblici (e senza investimenti non c’è rilancio dell’economia), saranno colpite le pensioni dei ceti medi, saranno bloccate le assunzioni del pubblico impiego e aumenteranno le spese militari. Ci saranno più tagli alla spesa pubblica e alla spesa sociale. Dicono che si sono sbagliati e torneranno indietro: intanto raddoppiano l’imposizione fiscale al terzo settore e al volontariato. E poi – come ci dice l’Ufficio parlamentare di bilancio – questa manovra fa aumentare la pressione fiscale al 42,5%, (dal 42%) ma con la flat tax taglia le tasse a chi guadagna di più. 

E’ una manovra elettorale – che serve per la propaganda delle prossime elezioni europee – ed è contraddittoria, non si capisca dove si vada a parare, se non ad accontentare – con le le misure “bandiera”- gli elettorati delle due forze politiche che compongono il governo. La “festa” – se si festa si tratta – durerà solo qualche settimana. I problemi sono solo rinviati e la polvere continua a stare sotto il tappeto.

La legge di bilancio era partita male. E’ finita peggio.