Ne parliamo a Roma, il 16 marzo alle ore 16,30 nell’aula magna del Dipartimento di Ingegneria informatica, automatica e gestionale via Ariosto 25
Roma – 16 marzo ore 16,30
Aula magna della facoltà di Dipartimento di
Ingegneria informatica, automatica e gestionale
via Ariosto 25
Intervengono:
Andrea Baranes – portavoce della Campagna Sbilanciamoci!
Martina Carpani – coordinatrice Rete della Conoscenza
Marcella Corsi – Economia politica, università La Sapienza
Monica Di Sisto – portavoce campagna Stop Ttip Italia
Maurizio Franzini – Politica Economica, università La Sapienza
Stefano Lenzi – WWF Italia
Angelo Marano – Sbilanciamoci!
Alfio Nicotra – Vicepresidente Un Ponte Per…
Grazia Naletto – portavoce Campagna Sbilanciamoci!
Mario Pianta – Politica economica, università di Urbino
Ne discutiamo a partire dell’edizione italiana del rapporto
Euromemorandum 2017
“Unione Europea: la minaccia della disintegrazione”
curata dalla redazione di Sbilanciamoci.info
L’Europa che il prossimo 25 marzo festeggerà ufficialmente il 60° anniversario dei Trattati di Roma non è la nostra Europa.
Ha sottomesso i diritti delle persone agli interessi del mercato e dei grandi capitali. Con il Fiscal compact ha reso più forti i Paesi più ricchi, ha indebolito la finanza pubblica di quelli più poveri e ha reso più difficile l’uscita dalla crisi economico-finanziaria iniziata nel 2008 e provocata dalle speculazioni finanziarie private.
Chi ne ha fatto le spese siamo noi.
Riduzione degli investimenti pubblici a sostegno dell’economia e dell’occupazione; riforme strutturali ai danni dei lavoratori e delle fasce di popolazione più deboli; crescita insostenibile delle diseguaglianze economiche e sociali; progetti di accordi commerciali svincolati dal controllo democratico come il TTIP e il CETA; tagli alla spesa sociale, per l’ambiente e per la cultura; rilancio perverso dell’economia della sicurezza e della guerra, muri e fili spinati per fermare migranti e richiedenti asilo: questo hanno prodotto l’obbligo di limitare il deficit pubblico al 3% e il debito pubblico al 60% del Pil e quello di raggiungere nel medio termine un saldo di bilancio vicino al pareggio.
Noi non ci stiamo.
Il futuro dell’Europa è innanzitutto abbandono delle politiche di austerità, causa primaria della crisi politica, economica e sociale del progetto di integrazione europeo.
È quello degli interventi pubblici a sostegno di una crescita economica equa, dei consumi e dell’occupazione.
È quello che riduce le diseguaglianze, promuove una politica fiscale comune e prevede un salario e un reddito minimo per tutte e tutti.
È quello che non dismette ma rafforza il modello sociale europeo.
È quello che assicura il diritto universale allo studio e alla conoscenza.
È quello che investe di più nella protezione dell’ambiente e nell’economia verde e meno nella produzione e nel commercio di armi.
Il futuro dell’Europa è quello di una maggiore giustizia economica e sociale.
Data la capienza limitata della sala è richiesta la registrazione mandando una mail a info@sbilanciamoci.org