L’Italia ha bisogno di un vero e proprio Piano interno per ristrutturare il suo sistema economico-sociale. E il sistema di welfare, se opportunamente adeguato alle esigenze della crescita, potrebbe dare un valido contributo
Archivio | Settembre, 2013
Dieci anni di austerità per l’istruzione in Italia: quali conseguenze?
Per una nuova finanza pubblica
Un intervento pubblico nel settore finanziario dovrebbe in via prioritaria servire a sostenere lo sviluppo della piccole e medie imprese, che oggi soffrono anche per la contrazione del credito nei loro confronti. Parallelamente, i flussi di credito dovrebbero essere finalizzati a iniziative che incrementino o sostengano l’occupazione, l’innovazione tecnologica, la crescita del settore dell’economia verde
L’ambiente a perdere
Il nuovo paradigma che deve prendere il posto di quello fallimentare imposto dal pensiero unico liberista è la sostenibilità ambientale. La si chiami decrescita, conversione ecologica, giustizia sociale e ambientale o economia dei beni comuni. È l’unica soluzione che può garantire equità nella distribuzione delle risorse e salvaguardia degli equilibri ambientali
Sulla Difesa, la parola ai cittadini
Accanto alla diseguaglianza economica cresce quella relativa alla partecipazione democratica alle scelte delle istituzioni governative. E uno dei temi su cui la caduta della partecipazione è stato più rilevanteè quello delle finalità della Difesa, o per meglio dire della promozione della pace e della sicurezza fra i popoli e gli Stati
Dieci anni di austerity per l’istruzione. Con quali conseguenze?
L’aumento della dispersione scolastica, il calo delle iscrizioni ai licei, e quello delle immatricolazioni all’università, raccontano un paese che ha deciso di perdere per strada una fetta importante della generazione attuale
Un green deal per l’Italia
Archiviare la Strategia Energetica Nazionale (Sen) e definire un piano energetico che blocchi lo sviluppo del carbone. Definire un Piano nazionale per la mobilità. Alcune proposte per garantire un futuro sostenibile al nostro paese.
Conoscenza e sapere, lo spread italiano
Il differenziale di investimenti pubblici in sapere è lo spread più rilevante dell’Italia non solo rispetto all’Europa, ma anche rispetto alla maggioranza dei paesi dell’Ocse. Scuola, università e ricerca: tra i paesi europei l’Italia è quella che spende di meno. E negli ultimi ventanni lo spread è drammaticamente aumentato
Controcernobbio 2013, tutti i materiali
Come uscire dall’austerity creando le fondamenta di un’Europa più democratica, equa e sociale? A partire da questa domanda si sono svolti i lavori dell’undicesimo forum di Sbilanciamoci!, alle Officine Zero e al Teatro Valle occupato, dal 6 all’8 settembre. Una tre giorni di confronto sulle analisi e soprattutto sulle proposte, di cui qui sotto pubblichiamo […]
Wanda e gli altri, cronache dalla crisi
I lavoratori immigrati sono soggetti ai licenziamenti molto più degli italiani. Lo dicono le statistiche che parlano di una dinamica più che doppia per i primi rispetto ai secondi