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Posta keynesiana per il summit del G20

L’inverno del 2007-2008 sarà l’inverno dello scontento economico e l’inizio della fine della convinzione che i liberi mercati finanziari globali distribuiscano il rischio e promuovano efficienza economica, crescita e prosperità. Per più di tre decenni gli economisti mainstream hanno predicato, e i politici accettato, il mito dell’efficienza dei mercati, mentre sono state accantonate le lezioni […]

L’inverno del 2007-2008 sarà l’inverno dello scontento economico e l’inizio della fine della convinzione che i liberi mercati finanziari globali distribuiscano il rischio e promuovano efficienza economica, crescita e prosperità. Per più di tre decenni gli economisti mainstream hanno predicato, e i politici accettato, il mito dell’efficienza dei mercati, mentre sono state accantonate le lezioni di John Maynard Keynes sull’interconnessione dei mercati finanziari con il sistema dei pagamenti internazionali.

Coloro che non studiano le lezioni della storia, sono obbligati a ripetere gli stessi errori. Gli economisti hanno dimenticato gli eventi della Grande Depressione mondiale che avevano seguito il collasso dei liberi mercati finanziari americani e che erano legati alla prosperità del “ruggenti” anni venti. Ora la storia si è ripetuta con la deregolamentazione dei mercati finanziari e delle operazioni bancarie, parallela alla prosperità degli ultimi anni, che sono culminate nel 2008 con la più grande crisi dei mercati finanziari dai tempi della Grande Depressione. Il problema dei mutui sub prime americani, iniziato nel 2007, è passato da una piccola disfunzione al collasso dei mercati finanziari, minacciando la sopravvivenza delle istituzioni finanziarie di tutto il mondo, mentre il contagio si espande rapidamente attraverso l’attuale sistema dei pagamenti internazionali. Se vogliamo prevenire una Grande Depressione globale, è il momento di riprendere la visione keynesiana di come il sistema dei pagamenti internazionali dovrebbe funzionare per permettere a ciascun paese di promuovere una politica nazionale di piena occupazione senza temere ripercussioni sulla bilancia dei pagamenti o eventi finanziari che possono verificarsi in altri paesi.

Un’altra Grande Depressione può essere evitata se i leader mondiali riconsiderassero il sistema analitico di John Maynard Keynes che ha contribuito all’ “età dell’oro” del primo quarto di secolo successivo alla seconda guerra mondiale. I firmatari di questa lettera hanno sollecitato per anni una nuova architettura finanziaria basata su una versione aggiornata al 21° secolo del piano di Keynes proposto a Bretton Woods. Questa nuova architettura finanziaria creerebbe (1) un nuovo regime monetario mondiale che esista senza l’egemonia di una valuta, (2) relazioni commerciali mondiali che sostengano, piuttosto che ritardare, lo sviluppo nazionale e (3) un ambiente economico mondiale che induca ogni nazione a promuovere il pieno impiego e ad aumentare i salari della propria forza lavoro.

Paul Davidson, direttore, “Journal of Post Keynesian Economics” Henry C.K. Liu, Università del Missouri Paul Davidson: pdavidson@utk.edu, Henry C.K. Liu hliu@mindspring.com