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Lega presenta Mozione a favore dei caccia, la Campagna NOF35: “Il Parlamento invece cancelli questo dannoso progetto”

Inaccettabile che si voglia continuare in questo errore ormai acclarato e che alcune forze politiche si vogliano mettere a completo servizio dell’industria militare sia italiana che statunitense.

È prevista oggi alla Camera dei Deputati la discussione generale relativamente ad una Mozione presentata da alcuni deputati della Lega Salvini Premier (e sottoscritta poi anche da esponenti di Forza Italia) relativamente al programma di acquisto dei cacciabombardieri F-35. La Mozione si schiera apertamente a favore dell’acquisto degli aerei militari più costosi della storia e che hanno sperimentato, nel corso degli ormai due decenni di vita del programma, numerosi inconvenienti tecnici e problematiche anche di natura finanziaria e gestionale. Secondo il testo presentato dalla Lega il Governo dovrebbe non solo “esprimere un univoco orientamento alla conferma della commessa” e “definire contestualmente in tempi rapidi gli acquisti del velivolo programmati per il prossimo triennio” ma addirittura “esplorare, contestualmente, la possibilità di allargare ulteriormente gli ambiti di cooperazione nel campo aerospaziale e della difesa” fra Italia e Stati Uniti. La Campagna “Taglia le ali e le armi” che da oltre dieci anni si batte contro questo progetto inutile e dannoso, sia dal punto di vista della scelta complessiva sia dal punto di vista dell’utilizzo di risorse di spesa militare, rigetta pienamente l’impostazione di fondo di questa Mozione e chiede invece che il Parlamento si esprima nella direzione opposta. “Gli F-35 non servono a difendere il Paese e non servono per le cosiddette missioni di pace, ma sono utili solo ad aumentare gli affari dell’industria militare e, in caso, ad essere usati per azioni d’attacco e di guerra” commenta Giulio Marcon portavoce di Sbilanciamoci! “Ripetiamo ancora una volta che quelli per il programma JSF sono soldi buttati che invece potrebbero essere usati ad esempio per risanare il territorio lottando contro il dissesto idrogeologico o mettere in sicurezza le scuole: l’Italia non ha alcun bisogno di spendere decine di miliardi per le armi, ma dovrebbe invece impiegare tali fondi per il lavoro, gli ospedali, l’ambiente”. Per tutti questi motivi la nostra Campagna (promossa e rilanciata da Rete della Pace, Sbilanciamoci!, Rete Italiana per il Disarmo) fa appello a tutti i Parlamentari affinché presentino Mozioni che chiedano la cancellazione della partecipazione italiana al Programma F-35 o quanto meno il rispetto, mai avvenuto, della precedente mozione parlamentare del 2014 che ne chiedeva il dimezzamento del budget. “Chiediamo al Parlamento di dare al Paese un segnale di responsabilità, aprendo gli occhi sulle emergenze e sulle priorità che sono la difesa del territorio, gli investimenti per lo sviluppo sostenibile, per la ricerca, per la per produzione e l’occupazione, pulita, stabile e civile” sottolinea Sergio Bassoli della Segreteria di Rete della Pace “Dobbiamo terminare questi investimenti nell’economia di guerra. Chiediamo al Parlamento ed al Governo di approfittare di questa occasione per mettere fine a questa ennesima spesa, assurda ed insensata. Le competenze, le professionalità, le infrastrutture impiegate nel programma dei caccia bombardieri, debbono essere riconvertite e diventare patrimonio di un programma di difesa civile, del territorio e della collettività”. È opportuno ricordare come l’Italia abbia già sottoscritto contratti per almeno 28 velivoli spendendo fino ad ora una cifra di almeno 5 miliardi di euro (comprese le fasi iniziali di sviluppo). Se il profilo di acquisizione dovesse essere confermato saranno ancora almeno 9 i miliardi di euro da spendere, che diventeranno almeno 50 complessivamente lungo tutto il ciclo di vita del programma. Nonostante i recenti annunci soddisfatti di Lockheed Martin (la capo-commessa del progetto) in direzione opposta, i costi per singolo velivolo (in leggera discesa perché il Pentagono sta volontariamente comprando più aerei) continuano a rimanere molto alti se si considerano anche retrofit e completamento di tutte le parti. E lo stesso Pentagono ha dovuto confermare in questi giorni i numerosi problemi tecnici che mantengono bassissima l’affidabilità della flotta. Tanto è vero che è stata posticipata di un anno (ulteriore ritardo rispetto a tutti i programmi iniziali) la firma dei contratti di produzione definitiva full-rate. “Sarebbe una follia continuare a rimanere testardamente agganciati ad un programma così problematico e costoso. Senza dimenticare un elemento che pochi ricordano: alcuni F-35 destinati all’Italia sono previsti con capacità nucleare per poter trasportare e sganciare le testate presenti a Ghedi (le B61 in rinnovamento) nell’ambito dei programmi di nuclear sharing. Davvero l’Italia vuole basare la propria sicurezza sulla minaccia d’uso di ordigni genocidi ed inumani?” commenta Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo. Ricordiamo che, secondo un sondaggio dell’aprile 2019, il 66% degli italiani si è detto contrario a dotare aerei militari della nostra Difesa di capacità nucleare. Nei prossimi giorni monitoreremo l’andamento della discussione Parlamentare riportando le posizioni di ogni forza politica, e rendendo chiaro all’opinione pubblica chi metterà la propria voce a servizio di uno spreco miliardario per caccia nucleari d’attacco.

Campagna #StopF35: Ultima possibilità!


Roma, 18 novembre 2019
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Per ulteriori informazioni:
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segreteria@disarmo.org – 328/3399267