Sabato a Roma il più importante appuntamento italiano contro il conflitto dall’invasione russa di febbraio: finora il sì di 600 sigle. Distanza tra le posizioni di chi considera il ritiro dei russi essenziale per il negoziato e chi vuole lo stop immediato delle armi. Da Repubblica.
Il 5 novembre saranno in tante e tanti, a Roma, per la manifestazione che chiede la pace in Ucraina. A piazza San Giovanni, convocata dalla Rete Pace e Disarmo e da una lista di associazioni che strada facendo è diventata lunga una quaresima – Acli, Arci, Cgil, mondo cattolico, partiti rigorosamente senza bandiera, hanno già aderito oltre 600 realtà – si svolgerà senza dubbio la più imponente manifestazione pacifista italiana dall’invasione russa di febbraio. Un momento importante. Ma anche un’occasione, si spera, per chiarire un punto ancora aperto: pace sì, ma quale pace? A quali condizioni?
L’appello degli organizzatori, inseriti nel network europeo di Europe for peace, ha cercato di fissare due paletti chiari nell’appello di convocazione della piazza. Il primo: “Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime. Siamo con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza”. Il secondo: “Questa guerra va fermata subito. Basta sofferenze. L’Italia, l’Unione Europea e gli stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco”.