Un appello a “fare mutualismo tra chi fa mutualismo”, per costruire una rete che ambisca a disseminare le pratiche solidaristiche e le rivendicazioni politiche di un movimento che sta crescendo. Una carovana nazionale a giugno 2023.
Condividere competenze professionali, disponibilità di tempo e risorse economiche. Grazie a questa condivisione, rispondere ai bisogni più urgenti delle fasce più vulnerabili della popolazione, dopo anni di erosione del Welfare pubblico e di mercificazione di servizi socio-sanitari e assistenziali, spesso inaccessibili per chi vive solo del proprio lavoro. Coinvolgere attivamente i beneficiari delle prestazioni mutualistiche all’interno della comunità che ha consentito di erogarle, per valorizzare le loro competenze e disponibilità e per definire insieme un’agenda politica delle rivendicazioni. Rivendicare insieme soluzioni capaci di rimuovere alla radice le cause sociali e istituzionali dell’insoddisfazione di certi bisogni. Queste, in estrema sintesi, sono le caratteristiche che contraddistinguono le pratiche di quelle realtà che, di nome e di fatto, si richiamano al mutualismo e insistono sulla sua dimensione politica.
Da un punto di vista giuridico si tratta di realtà molto diverse fra loro: oltre alle storiche società operaie di mutuo soccorso, in questi anni sono nate organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, brigate informali di mutuo soccorso e centri sociali che hanno rinnovato una tradizione che sembrava obsoleta. Con la crisi delle grandi organizzazioni di massa, oggi il mutualismo consente di re-immaginare l’azione politica a partire dall’autorevolezza di pratiche capaci di rispondere ai bisogni inevasi delle periferie urbane e nelle province del nostro paese.
Per chi ha deciso di praticarlo, il mutualismo è un punto di ripartenza necessario, ma – dobbiamo ammetterlo – insufficiente. La sindemia ci ha ricordato che non potevamo salvarci da soli/e. L’escalation nucleare della guerra in Ucraina, la speculazione finanziaria sui costi dell’energia e la vittoria delle destre ce lo hanno ulteriormente confermato. Ma oggi più che mai non possiamo limitarci a fare mutualismo e costruire comunità solidali per evitare il rischio dell’isolamento individuale. Dobbiamo evitare anche il rischio dell’isolamento comunitario, la tentazione di costruire isole felici. È venuto il tempo di fare mutualismo tra chi fa mutualismo, di costruire una rete che non si limiti a mappare, valorizzare e riprodurre altrove le buone pratiche diffuse nei territori più disparati nel nostro paese, ma che ambisca davvero a disseminare nei quartieri e nelle strade che frequentiamo ogni giorno quelle rivendicazioni politiche senza le quali non possiamo trasformare le cause strutturali che generano certi bisogni.
Una rete capace di ri-politicizzare la cooperazione dentro e fuori i luoghi di lavoro, compresi quelli della società civile organizzata e del terzo settore che, troppo spesso, faticano a politicizzare l’impegno dei loro attivisti e professionisti perché costrette a rincorrere bandi e scadenze per poter sopravvivere. Una rete capace di federare realtà mutualistiche già esistenti, di ispirarne di nuove grazie alle attività già sperimentate in altri territori, di attirare nuovi/e attivisti/e singoli, ma – prima ancora – di darsi una forma organizzativa agile ed efficace, che sappia allargare le reti di fiducia tra diverse organizzazioni e reti settoriali già esistenti a partire dalla convergenza delle loro pratiche mutualistiche anziché dalla condivisione di quadri ideologicamente predefiniti.
Verificheremo la bontà della nostra intuizione a partire da giugno 2023, con una carovana nazionale che toccherà tutte le città in cui operano le realtà che avranno deciso di aderire a questo appello entro il 31 dicembre 2022. Per aderire non è richiesta alcuna forma giuridica specifica (soms, aps, associazione di volontariato, comitato informale, centro sociale, cooperativa), ma la condivisione di una cornice minima di valori come l’antifascismo, l’anti-razzissmo, il rifiuto di ogni forma di sessismo e di classismo e, soprattutto, di pratiche mutualistiche. A seconda delle relazioni di fiducia politica che avremo saputo costruire, anche in base alle regole d’ingaggio predefinite nel corso della carovana, potremo raggiungere mete più o meno ambiziose: la loro definizione dipenderà da noi, dalla nostra capacità di non cedere alla tentazione del narcisismo organizzativo delle nostre comunità.
Da oggi al 31 dicembre sarà possibile aderire alla carovana scrivendo a carovanadeimutualismi@gmail.com e segnalando il nome, la tipologia (SOMS, APS, ODV, centro sociale, comitato informale, una rete già esistente per il raggiungimento di specifici obiettivi), l’indirizzo, il sito, il/la referente, una mail (se diversa da quella da cui si scrive) e un contatto telefonicodella propria realtà. Le realtà che aderiranno alla carovana dopo il 31 dicembre confluiranno nella tappa cittadina più vicina che sarà stata predefinita. A partire da gennaio, i firmatari di questo invito definiranno l’itinerario migliore della carovana tenendo conto delle realtà che avranno aderito all’appello, in base alle diverse città in cui sono radicate. La carovana funzionerà a staffetta: nessun gruppo sarà presente in ogni tappa, perché la scommessa è quella di far sì che ogni realtà locale faccia proprio e integri il portato delle tappe precedenti e lo trasmetta alla tappa successiva. Ovviamente nulla vieta di trasformare ogni tappa cittadina in un’assemblea aperta alle altre realtà territoriali che vorranno aderire alla rete: massima libertà e autonomia ai nodi locali presenti in ogni città di auto-organizzarsi al meglio, in collaborazione con la tappa precedente e con quella successiva.
Alla carovana e alla rete aderiscono attualmente AMA Pinerolo, Ambulatorio popolare di Barletta, Comunet-Officine Corsare (Torino), Direfarecosolidale (Pinerolo), Labins S.C. Impresa Sociale (Torino), MGA sindacato nazionale forense, Società Operaia di Mutuo Soccorso “Eugenio Niccolai” (Corridonia), Società Mutuo Soccorso De Amicis (Torino), Gargagnafilm (Savona), Società Operaia di Mutuo Soccorso di Pinerolo, Società Mutuo Soccorso di Settimo Torinese (Torino), Cooperativa Una città (Forlì), Collettivo di fabbrica GKN (Firenze), Volere la Luna (Torino).
Questo articolo è tratto dal sito di Volere la Luna, con cui Sbilanciamoci! ha un accordo di collaborazione e scambio di contenuti.