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Trasformazione socio ecologica e futuro Ue

La portata e l’urgenza della crisi climatica stanno crescendo. Diversi punti critici sono stati raggiunti o sono a rischio imminente di esserlo. Dall’EuroMemorandum 2023, estratto sulla situazione attuale di disordine globale, sulla crisi climatica e sulla trasformazione socio-ecologica e sulle prospettive future della UE.

Per l’undicesimo anno consecutivo, Sbilanciamoci! traduce l’EuroMemorandum, il documento di analisi critica delle politiche economiche europee, pubblicato dall’EuroMemoGroup – una rete di economisti e scienziati sociali fondata nel 1995 e votata alla definizione di una politica economica europea alternativa.

La portata e l’urgenza della crisi climatica stanno crescendo. Diversi punti critici sono stati raggiunti o sono a rischio imminente di esserlo. Sono necessari circa 4.300 miliardi di dollari entro il 2030 per evitare le peggiori conseguenze. La politica dell’UE fa affidamento sulla “finanza verde” privata per affrontare la crisi climatica e mitigare gli effetti dei danni già subiti.

Questa fiducia ottimistica nella “finanza verde” è mal riposta. Studi sui maggiori fondi di gestione patrimoniale del mondo mostrano chiare prove di “greenwashing”. Tre società finanziarie gestiscono un patrimonio di oltre 20.000 miliardi di dollari e spendono ingenti somme per pubblicizzare le loro credenziali verdi. Tuttavia, in qualità di grandi azionisti di società di combustibili fossili, hanno costantemente sostenuto nelle assemblee degli azionisti le strategie delle imprese con maggiori emissioni di gas serra. Piuttosto che promuovere la tutela dell’ambiente, le grandi società finanziarie sono custodi dello status quo della massimizzazione del valore per gli azionisti. La loro influenza politica è enorme e aggiunge una notevole confusione ai dibattiti sul rinnovamento ambientale all’interno della società civile.

Oltre a ciò, i principali ostacoli alla trasformazione ecologica includono le rivalità dei principali Stati per l’egemonia globale e i conflitti militari costosi e devastanti. Tutti questi elementi rendono più difficile la formulazione e l’attuazione di politiche efficaci.

L’EuroMemo Group ritiene inscindibili la mitigazione del clima e la riduzione radicale delle disuguaglianze sociali a livello nazionale, regionale e globale. L’attuale regime di accumulazione del capitalismo finanziarizzato e l’estrazione di valore da parte di élite ristrette indeboliscono il potenziale di legittimazione democratica di un cambiamento fondamentale dei nostri modelli di produzione, occupazione e consumo. La disponibilità, da parte delle economie avanzate, comprese quelle dell’UE, a fornire grande sostegno finanziario e tecnologico alle regioni meno sviluppate è di vitale importanza per poter sperare di evitare la rovina del pianeta e i relativi pericoli per il benessere fisico delle generazioni future. In termini concreti, ciò significa che la maggior parte dei finanziamenti dovrà essere destinata al sostegno degli Stati più poveri.

Una crescita economica modesta e diseguale e la crescente incertezza nella vita quotidiana caratterizzano le dinamiche dell’economia mondiale, segnate dall’aumento delle disuguaglianze e dalle trasformazioni  politiche. La ricchezza può tradursi in influenza politica anche nelle democrazie liberali. Quando vengono modificate le regole che limitano l’influenza del denaro sulla politica a favore dei ricchi e delle grandi aziende, il processo si auto-rinforza facilmente. I cambiamenti precedenti consentono nuovi cambiamenti nella stessa direzione, con conseguente de-democratizzazione e relazioni di potere sempre più asimmetriche.

In un’economia mondiale strettamente interconnessa, nessuno sviluppo importante è isolato, mentre l’interdipendenza può facilmente diventare un’arma, come dimostrano le relazioni tra Stati Uniti e Cina. Molto dipende dalla capacità degli attori di risolvere i problemi comuni attraverso una cooperazione pacifica. Negli anni 2000, la governance globale ha iniziato a declinare. I problemi globali rimasti irrisolti possono esacerbarsi e generare conflitti sociali. Essi comportano inoltre tendenze disgregative e contraddittorie nell’economia politica globale. L’ascesa di orientamenti nazionalisti-autoritari acuisce l’attuale stallo della governance globale. I tentativi di forgiare l’unità del “popolo” aumentano contrapposizioni e anti-elitarismo, e assumono anche la forma dell’esclusione e della costruzione del nemico. Anche nelle versioni moderate del nazionalismo, la tendenza a seguire politiche autoreferenziali nei rapporti tra Stati rende più difficile la cooperazione e aumenta i rischi per la sicurezza e la probabilità di conflitti.

Il disordine globale è ora culminato in una guerra su larga scala nel cuore dell’Europa. La brutale e miope invasione russa dell’Ucraina viola il diritto internazionale e causa enormi sofferenze e disordini. Inoltre, l’escalation è sul punto di sfiorare la guerra nucleare. La mitigazione del conflitto è un imperativo morale pressoché assoluto. Si tratta di una guerra tra Russia e Ucraina, con un intenso coinvolgimento della NATO e con il deterioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Russia sullo sfondo. Qualsiasi accordo di pace deve essere negoziato dai partecipanti interessati e con terze parti appropriate; il coinvolgimento delle Nazioni Unite è essenziale. Tuttavia, un semplice accordo di pace, di per sé, non è sufficiente a invertire le tendenze disgregative in corso. È necessaria una serie di riforme di ampia portata e a lungo termine nella governance dell’economia mondiale, costruendo istituzioni comuni più appropriate.