Uno studio commissionato da ECCO e Transport&Environment Italia analizza gli impatti della mancata transizione del settore auto. Senza politiche per la mobilità elettrica, la produzione italiana al 2030 sarà più che dimezzata, con decine di migliaia di posti di lavoro persi e una spesa pubblica di centinaia di milioni di euro per la cassa integrazione.
Il mercato automobilistico globale sta accelerando verso la mobilità elettrica, ridefinendo le dinamiche competitive del settore. L’industria italiana affronta questa trasformazione in una situazione di difficoltà, con una produzione in calo costante da anni (nel 2024 si registrano 310.000 veicoli prodotti, –85% rispetto al massimo storico del 1989). Un ulteriore ritardo nell’adattamento a questa evoluzione potrebbe compromettere definitivamente la competitività del comparto, accentuando il rischio di marginalizzazione a livello europeo e internazionale.

Un nuovo studio commissionato da ECCO e T&E Italia a un gruppo di docenti e ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e del Centro Ricerche Enrico Fermi di Roma ha analizzato gli impatti economici e occupazionali sull’industria dell’auto nazionale della mancata transizione alla mobilità elettrica. Con riferimento ai diversi scenari analizzati, il costo dell’inazione risulta compreso tra 7,24 e 7,49 miliardi di dollari di riduzione del valore della produzione e tra 66.000 e 94.000 posti di lavoro persi, causando un aumento di spesa per la cassa integrazione fino a 2 miliardi di dollari in 10 anni.

Per contrastare questa tendenza e favorire una ripresa del settore, lo studio propone un quadro di politiche industriali coordinate, articolate lungo quattro direttrici: missione, settore, tecnologia e mercato. Rispetto a questa proposta si identificano come prioritari i seguenti aspetti:
- Stimolare la domanda interna di veicoli elettrici, con incentivi diretti, estesi alla sperimentazione di uno schema di social leasing rivolto a cittadini e famiglie in povertà da mobilità, il public procurement e misure indirette ad agire sulla fiscalità;
- Incentivare investimenti in attività di R&D, favorendo le collaborazioni pubblico-privato soprattutto in ambiti di frontiera tecnologica, come le batterie e la circolarità dei materiali;
- Sostenere la riconversione industriale, incentivando l’innovazione di processo e l’adeguamento delle competenze del lavoro;
- Ridurre il costo dell’energia, per allineare i costi di produzione con gli altri Paesi europei, affiancando a misure emergenziali, interventi regolatori di mercato per il disaccoppiamento il prezzo dell’energia rinnovabile da quello del gas.
Andrea Boraschi, Direttore di Transport&Environment Italia, ha detto: “La crisi dell’industria dell’auto in Italia ha radici lontane e, contrariamente a quanto spesso si vuol far credere, parte da molto prima dell’avvento dell’auto elettrica. Che invece rappresenta la frontiera verso la quale si muove l’industria globale, il presente e il futuro della mobilità privata. Resistere alla transizione è una strategia perdente. L’Italia deve garantire un quadro regolatorio e fiscale stabile che favorisce l’elettrificazione, e dare sostegno mirato all’industria per lo sviluppo di tutte le tecnologie strategiche lungo la filiera, premiando direttamente la produzione come stanno facendo, con successo, negli USA”.
Massimiliano Bienati, Responsabile delle politiche dei Trasporti di ECCO – il think tank italiano per il clima – ha detto: “Le conseguenze socioeconomiche dei ritardi nella transizione del settore automotive in Italia sono evidenti già oggi. Nella trasformazione del mercato globale dell’auto, il dibattito politico e pubblico dovrebbe uscire dal paradigma della neutralità tecnologica e sviluppare un piano industriale di rilancio del comparto fondato sull’innovazione e la ricerca verso l’elettrico. Politiche e misure dovranno essere coerenti e allineate con gli obiettivi di decarbonizzazione europei e del piano di rilancio competitivo del settore. Incentivare la domanda e stimolare investimenti nell’innovazione di prodotto e di processo per produzioni di veicoli elettrici e componenti Made in Italy deve diventare una priorità nazionale”.
Scarica qui lo studio “The Automotive Industry and the transition to electric mobility in Italy”
Scarica qui il Briefing paper “Tra crisi e transizione: l’industria dell’auto italiana al bivio del cambiamento”