Se il TiSA diventasse effettivo, le misure in esso contenute non potrebbero essere più scardinate o riviste. Le clausole standstill e ratchet bloccano ogni rinazionalizzazione o revisione in senso restrittivo delle liberalizzazioni. Proprio oggi a Bruxelles scendono in piazza contro TTIP, CETA e TiSA sindacati e associazioni di tutto il Belgio, dopo che tra Austria […]
Le peggiori preoccupazioni della società civile vedono ancora una volta una drammatica conferma grazie alle rivelazioni di stamattina ad opera di Greenpeace Olanda, che ha desecretato alcuni testi consolidati del TiSA, l’accordo segreto per la liberalizzazione dei servizi che coinvolge Unione Europea, Stati Uniti e altri 21 Paesi del mondo. In totale, oltre 2 miliardi di persone subiranno gli impatti di questo immenso accordo. Dall’analisi dei testi emerge che il TiSA minaccia direttamente l’ambiente e il clima tramite l’introduzione della «technological neutrality», principio in base al quale tutte le fonti energetiche dovranno essere trattate con lo stesso riguardo. Gli Stati non potranno più, ad esempio, privilegiare il fotovoltaico rispetto al petrolio o l’eolico al carbone. La neutralità tecnologica è stata utilizzata per la prima volta nel 1996 in ambito WTO (Organizzazione mondiale del commercio), ma soltanto nell’accordo sulle telecomunicazioni. Se il TiSA la estenderà a tutto il settore energetico, le ripercussioni saranno pesanti in termini di politiche climatiche.
A livello più generale questo accordo, negoziato in totale segreto dal 2012, ha l’obiettivo di fornire alle grandi imprese carta bianca per entrare senza più barriere nei servizi pubblici e privati dei Paesi contraenti, le cui economie contano per il 70% del Pil globale.
Questo significa che acqua, istruzione, dati personali, trasporti e molti altri servizi pubblici sono aperti alla concorrenza privata estera.
Inoltre, se il TiSA diventasse effettivo, le misure in esso contenute non potrebbero essere più scardinate o riviste. Le clausole standstill e ratchet bloccano ogni rinazionalizzazione o revisione in senso restrittivo delle liberalizzazioni.
«I TiSA Leaks permettono di confermare le preoccupazioni sollevate ripetutamente dalla società civile – dichiara Monica Di Sisto, portavoce della campagna Stop TTIP Italia – Proprio come il TTIP e il CETA, anche questo accordo rappresenta un attacco al cuore delle istituzioni democratiche e dei diritti civili nel nome di un commercio globale sempre più sregolato e guidato da interessi lontani dalle necessità delle persone. Per questo chiediamo al governo di abbandonare il tavolo negoziale e di aumentare la trasparenza sul negoziato finora condotto».
Proprio oggi a Bruxelles scendono in piazza contro TTIP, CETA e TiSA sindacati e associazioni di tutto il Belgio, dopo che tra Austria e Germania oltre 400 mila persone hanno detto no all’agenda europea di liberalizzazioni fuori controllo. Il 22 e 23 settembre, inoltre, la Campagna Stop TTIP Italia sarà a Bratislava, in occasione del Consiglio informale dei Ministri al Commercio europei per ribadire, in rappresentanza delle organizzazioni italiane aderenti, il “no” a tutti i trattati-mostro. A questi appuntamenti seguirà una nuova giornata di mobilitazione nazionale, dal momento che l’autunno e l’inverno prossimo saranno decisivi per imporre un cambiamento di direzione delle politiche economiche dell’Unione. Non un passo indietro.