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«Sul clima non possiamo aspettare che crolli il capitalismo»

La soluzione ai cambiamenti climatici non passa dall’alimentazione o dai trasporti ma dalla finanza, dice François Gemenne, ricercatore in a Liegi e docente a SciencePo a Parigi. Da Valori.it.

«Se aspettiamo il crollo del capitalismo, temo che inseguiamo una chimera. Abbattere il sistema comporterebbe troppo tempo, e il clima non ce lo concede». François Gemenne è ricercatore in Scienze politiche presso l’università di Liegi, in Belgio, e docente a SciencePo a Parigi. È specialista di catastrofi naturali, migrazioni e politiche di adattamento ai cambiamenti climatici.

In una recente intervista per un’emittente radiofonica francese ha affermato che non abbiamo abbastanza tempo per abbandonare il capitalismo, di fronte alla crisi climatica. Lo conferma?

Sì, temo che un approccio del genere rischi di portare a pensare che occorra prima abbattere il sistema e solo poi pensare a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra. Temo che così si insegua una chimera anziché focalizzarsi sul problema. Ho paura che aspetteremmo qualcosa che arriverebbe solo dopo parecchio tempo. Per questo preferisco utilizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione ora.

Quali?

Le armi che il capitalismo ci mette a disposizione per ridurre le emissioni. D’altra parte, non è detto che sistemi alternativi emettano meno CO2. Le economie pianificate sono altrettanto nocive per il clima rispetto a quelle di mercato. In ogni caso, ora siamo come sul Titanic: è inutile discutere se fosse stato meglio cambiare rotta, dobbiamo salvarci.

Però è dal 2015 che il mondo si è accordato, a Parigi, su una limitazione delle emissioni. Sono passati sei anni e ancora si discute su come trasformare tale obiettivo in azioni concrete. Dove sta il problema?

Il limite delle Conferenze delle Parti (Cop) delle Nazioni Unite è che la rappresentanza è sbilanciata a favore dei governi. Forse saremmo rappresentati meglio da popolazioni autoctone o da attivisti della società civile. Questi summit producono come risultati solo ciò su cui i governi sono in grado di accordarsi. Ma molti esecutivi non hanno mandati chiari da parte dei propri elettori per lottare contro i cambiamenti climatici. Al contrario, esistono leader eletti democraticamente che propongono di distruggere il clima.

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